Sabato sciopero della grande distribuzione, ma dalle imprese 70 euro di aumento

IL PRESIDIO. In via Corridoni a Bergamo, una protesta che riguarda l’intero turno lavorativo: si concentrerà di fronte all’Esselunga dove Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno indetto un presidio dalle 10 alle 11.30 di sabato.

Le insegne le conosciamo tutti: da Bennet a Esselunga, da Iper a Lidl, passando per Coin, Kiko Milano, Leroy Merlin, Obi, Ovs e Zara. Chi lavora nei punti vendita di questi (e altri) marchi associati a Federdistribuzione ha il contratto nazionale scaduto da quasi 51 mesi: gli aumenti salariali sono fermi da tempo. Mentre il rinnovo del contratto del terziario (con Confcommercio e Confesercenti) si è sbloccato settimana scorsa, quello della Distribuzione moderna organizzata - che in Bergamasca interessa una platea di circa 20 mila addetti - è ancora al palo e i sindacati di categoria hanno indetto uno sciopero, a livello nazionale, la vigilia di Pasqua. A Bergamo, la protesta, che riguarda l’intero turno lavorativo, si concentrerà di fronte all’Esselunga di via Corridoni in città, dove Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno indetto un presidio dalle 10 alle 11.30 di sabato.

«Quella che Federdistribuzione ha portato al tavolo è stata una inaccettabile logica di scambio tra una presunta disponibilità ad erogare il dovuto aumento salariale, tra l’altro mai quantificato nel dettaglio nelle 17 ore di trattativa, in cambio di un peggioramento della parte normativa del contratto - attaccano i segretari generali di Bergamo Nicholas Pezzè (Filcams-Cgil), Claudia Belotti (Fisascat-Cisl) e Anila Cenolli (Uiltucs-Uil) - con la precarizzazione dei lavoratori attraverso un sistema derogatorio della legge e proponendo un abbassamento dei livelli di inquadramento».

Le richieste

Tra le richieste di Federdistribuzione, secondo quanto riferiscono le tre sigle sindacali, c’è una flessibilità «incontrollata», con contratti a termine di durata superiore ai 24 mesi, lo smembramento del sistema di classificazione del personale e la creazione di una mansione adibita alla movimentazione delle merci, «peggiorando le condizioni contrattuali di chi svolge quell’attività».

L’aumento

Dal canto suo Federdistribuzione in una nota si dice rammaricata per «la rottura unilaterale della trattativa da parte delle organizzazioni sindacali». E precisa che «le imprese aderenti a Federdistribuzione hanno deciso di riconoscere ai lavoratori un aumento di 70 euro lordi (riparametrati al quarto livello) a decorrere da aprile a titolo di anticipo sui futuri aumenti contrattuali».

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