Santa Brigida, da orafo ad apicoltore: «Il vero oggetto prezioso è il miele»

LA STORIA. Dopo aver lavorato in gioiellerie del Milanese, il cambio di vita di Paolo Boesi sulle montagne della Val Brembana dove ha creato l’azienda e cura 61 arnie con tante varietà.

Da orafo ad apicoltore il passo è stato breve per Paolo Boesi, originario di Milano, che ha scelto le montagne della Val Brembana per la sua nuova attività. Per anni Boesi ha lavorato in diverse gioiellerie tra il Milanese e la nostra provincia, ma poi ha deciso di cambiare vita in maniera radicale e ora per lui è il miele il vero oggetto prezioso.

Tutto nasce per caso

«È nato tutto quasi per caso – ricorda l’imprenditore che gestisce la società agricola La Contea -. Quando ancora lavoravo in negozi di preziosi, ho iniziato salvando un cavallo dal macello e da lì mi sono appassionato al settore agricolo trasformando prati incolti in coltivazioni dove accogliere anche le mie api». Per questa avventura Boesi ha scelto la frazione Cugno di Sopra a Santa Brigida, dove cura 61 arnie che producono miele biologico di tarassaco, acacia, castagno, tiglio e millefiori di montagna.

«Ogni annata è diversa e dipende dal clima che negli ultimi tempi è stato particolarmente siccitoso – prosegue Boesi -. L’anno scorso non è stato possibile produrre il rododendro, mentre nel 2023 i problemi climatici penalizzano il tarassaco. Curare le api rappresenta un bell’impegno, anche perché da sole non basterebbero per il sostentamento dell’azienda, che risulta sempre in movimento, ma c’è grande passione». Boesi coltiva centinaia di specie mellifere per agevolare il lavoro delle api, oltre a 300 piante di lamponi, 250 di mirtillo siberiano e altrettante di aronia da cui si ricavano bacche multivitaminiche. I campi ospitano inoltre piccoli frutti come ribes bianco, rosso e nero, insieme a more, uva spina e piantine aromatiche dal timo alla malva, dalla melissa alla menta, dalla borragine a calendula e achillea. Nei terreni dimorano anche 40 piante da frutto tra nespole, gelsi, pesche, mele, pere, kiwi e i castagni autoctoni, ma ci si dedica anche alla raccolta delle erbe spontanee come tarassaco, ortica, aglio orsino e germogli di luppolo selvatico.

Il lavoro con le arnie

«Non seguo solo la coltivazione della frutta, ma anche la trasformazione in confetture e composte, così come la realizzazione di tisane e sali aromatizzati – fa presente Paolo Boesi -. Il miele viene confezionato in vasetti e proponiamo alla nostra clientela anche i suoi derivati come polline e propoli. Sono da solo a gestire tutta l’azienda e non sono mai fermo: ho introdotto persino una piccola produzione di salami nostrani». Durante la settimana si lavora quasi h24, mentre nei fine settimana e nei festivi bisogna necessariamente pensare alla vendita».

«Nel giro di due o tre anni i terreni che sto gestendo passeranno da pascolo incolto a coltivazione biologica».

«Oggi (ieri, ndr) ero presente al mercatino rionale organizzato a Monte di Nese e bisogna sempre sperare nel bel tempo in modo da avere un bel giro di clienti – aggiunge Boesi -. Seguiamo le iniziative organizzate dall’associazione Altobrembo, nei prossimi giorni esporrò i prodotti anche alla Fiera agricola di Treviglio, mentre a breve uscirò dai confini provinciali per due iniziative nel Milanese. Si consuma solo ciò che è stagionale seguendo i ritmi della natura e, quando il miele o i mirtilli sono finiti, bisogna aspettare il raccolto successivo – conclude Boesi -. Nel giro di due o tre anni i terreni che sto gestendo passeranno da pascolo incolto a coltivazione biologica».

«L’esempio di Paolo Boesi è virtuoso anche perché dimostra come si riesca a recuperare il territorio e le aree difficili come quelle montuose – commenta Enzo Ferrazzoli, direttore di Confagricoltura Bergamo, a cui aderisce la società di Boesi -. Siamo vicini agli associati che decidono di rimettersi in gioco scegliendo l’agricoltura e intraprendono vere sfide imprenditoriali, con tanta determinazione e voglia di fare».

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