Selezionata dall’Agenzia spaziale italiana, Revolv Space dà energia ai satelliti

LA STARTUP. Tra i fondatori della startup anche il bergamasco Filippo Oggionni. «Pronto un nuovo round di investimento, cerchiamo capitali europei per nuovi prodotti».

C’è anche Revolv Space tra le imprese selezionate da Asi, Agenzia spaziale italiana, per «SpaceFounders» programma di accelerazione paneuropeo che supporta la crescita delle startup favorendo le opportunità di business. La giovane realtà innovativa ha sede fra Torino ed i Paesi Bassi, ma conta un bergamasco fra i quattro fondatori. A dare vita nel 2022 a Revol Space, infatti, sono stati Filippo Oggionni, partito da Redona per studiare all’estero e tornato in Italia per dare vita al proprio progetto imprenditoriale con l’amico Marco Sala di Rovigo ed i compagni di corso Aleksander Fiuk e Michał Grendysz, entrambi di origine polacca. Il programma SpaceFounders si è svolto da settembre a novembre di quest’anno, coordinato da Asi, Cnes (Centre national d’etudes spatiales) e dall’Università della Bundeswher di Monaco, con l’obiettivo di supportare le startup offrendo attività di mentoring di esperti del settore, workshop, masterclass dedicate e tre bootcamp europei svoltisi a Monaco, Tolosa e Torino.

«Occasione di networking»

Revolv Space è una delle quattro realtà italiane invitate a partecipare, scelta perché progetta e produce pannelli solari per piccoli satelliti in grado di ruotare e dispiegarsi ricercando i raggi del sole come fanno i girasoli. «Per noi il programma è stato importante soprattutto per le occasioni di networking internazionale, la visibilità e per un discorso reputazionale» spiega Filippo Oggionni. La startup ha recentemente pubblicato anche gli ottimi risultati ottenuti dai test in orbita sul loro prodotto di punta, «Sara», acronimo di Solar array drive assembly e il ceo Marco Sala conferma che «la missione ha fornito preziosi dati di volo, consentendo al team di chiudere il ciclo sulle analisi in orbita e confermando l’elevata fedeltà delle caratterizzazioni interne di Revolv Space».

Prima commessa dagli Usa

Insieme al team di Asi, inoltre, la startup ha lavorato per il prossimo round di finanziamento, come conferma Filippo Oggionni: «Stiamo preparando una serie A e ci auguriamo di poter attrarre capitali europei». Nel frattempo è arrivata la prima commessa dagli Stati Uniti, grazie all’accordo stretto ad agosto con la Blue Canyon Technologies in Colorado, «un segnale straordinario - spiega Oggionni - in particolar modo per noi che siamo fornitori emergenti». Tra gli obiettivi della giovane realtà che conta 25 dipendenti tutti sotto i 30 anni, c’è il miglioramento della capacità di produzione, il lavoro attorno a «Mara», evoluzione del loro prodotto di punta rivolto ai satelliti di medie dimensioni, oltre allo sviluppo di nuovi prodotti legati, questa volta, più al pannello solare che al suo movimento.

La Space economy italiana

Recentemente l’Agenzia spaziale nazionale ha anche presentato i primi dati disponibili sulla Space economy italiana. Si tratta di indicatori relativi al 2021 che, però, risultano significativi perché rappresentano la prima indagine strutturata del settore. Ne emerge che l’economia dello Spazio ha generato, nel mercato concorrenziale, una produzione di 8 miliardi di euro, impiegando poco più di 23mila addetti, con un valore aggiunto di 2 miliardi di euro, pari allo 0,1 per cento del Pil. Nel settore non-market, invece, che comprende le attività legate allo Spazio svolte da istituzioni pubbliche (Asi inclusa) e private, il valore aggiunto si attesta a 353 milioni di euro, con l’impiego di circa 2.200 addetti. Tali unità realizzano investimenti per circa 182 milioni di euro, destinati in larga parte alla ricerca e sviluppo (162 milioni).

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