Siad entra in cantina: impianto per produrre vini senza uso di solfiti

La sperimentazione di Kryos è iniziata nel 2018 con l’azienda beneventana «La Guardiense». Le prime bottiglie di bianco sono già in commercio.

Parte da Bergamo la rivoluzione del vino senza solfiti. Siad, azienda leader nella produzione e distribuzione della gamma completa di gas industriali destinati ai vari settori, tra i quali quello alimentare, ha lanciato Kryos, una macchina che grazie all’utilizzo di CO2 liquida permette di tenere sotto controllo la temperatura del mosto e nel contempo di eliminare l’ossigeno durante la lavorazione delle uve pigiate. In questo modo si evita l’ossidazione del prodotto, senza dover utilizzare solfiti o altri prodotti non legati al mondo del vino. La sperimentazione sul nuovo metodo è iniziata nel 2018, in collaborazione con «La Guardiense», azienda vitivinicola beneventana e oggi il vino bianco prodotto senza solfiti, con uve della vendemmia 2020, è ufficialmente in commercio. Kryos consente di ottimizzare tutto il percorso, dall’ingresso all’uscita del pigiato, anche dal punto di vista microbiologico.

La lezione di Veronelli

«Il peggior vino del contadino è meglio del miglior vino industriale» rappresenta una delle celebri frasi dell’indimenticato giornalista Luigi Veronelli, che ricercava proprio la naturalezza del prodotto, che andava spesso a discapito del gusto, magari perfetto, ma spesso ottenuto con l’aggiunta di additivi.

Oggi la ricerca di Siad con Kryos permette di ottenere un prodotto eccellente, ma allo stesso tempo all’insegna della massima naturalità e sostenibilità, visto che la CO2 impiegata deriva da altri processi industriali. «Siamo passati dalla molecola alla tecnologia – spiega Maurizio Frati, project manager per il settore enologia dell’azienda Siad – Vogliamo innovare con continuità, in modo da rispondere alle esigenze delle aziende e creare valore per il cliente. Kryos vanta tecnologie affidabili, di semplice inserimento nella filiera produttiva e di facile gestione. Il nuovo strumento permette di produrre vini su scala industriale senza solforosa aggiunta».

La prima macchina di Siad è sbarcata nel beneventano presso l’azienda «La Guardiense», storica cooperativa fondata nel 1960, che conta mille soci e 1.500 ettari di vigneti. Con una trentina di aziende italiane, fa parte del gruppo «Wine research team» che si prefigge lo scopo di apportare continue innovazioni in campo enologico. Grazie a Kryos si è aggiudicata un premio sulla ricerca e sull’innovazione. «Con questa macchina produciamo vini senza solfiti aggiunti, inoltre vengono minimizzati gli stress meccanici nel processo di lavorazione - commenta l’enologo de «La Guardiense» Marco Giulioli -. Siamo riusciti ad ottenere un ottimo vino senza compromessi, in modo da non pregiudicare la qualità del prodotto, proprio grazie ai processi innovativi di Kryos. I risultati ottenuti con la vendemmia 2020 sono veramente eccezionali, con prodotti molto performanti anche dal punto di vista aromatico. Ora possiamo pensare di allargare la sperimentazione ai rossi».

Cantoni: successo bergamasco

I costi che deve sostenere un’azienda dipendono chiaramente dai volumi di produzione, ma fra ammortamento del macchinario e materia prima, composta principalmente da CO2, si parla di qualche centesimo ogni bottiglia prodotta.

«Si tratta di un ottimo sistema per produrre vino senza solfiti – conferma l’enologo Sergio Cantoni, direttore del Consorzio di Tutela del Valcalepio -. Siamo felici che dopo anni di sperimentazioni sia stata proprio un’azienda bergamasca come Siad, con la quale collaboriamo su diversi fronti, a promuovere questo strumento per ottenere prodotti veramente interessanti».

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