Superbonus, gli interrogativi da chiarire sono ancora troppi

Le richieste. Lia Bergamo: «È necessario prevedere requisiti minimi per le imprese nella gestione di risorse pubbliche». Fattore esperienza decisivo.

Con il Decreto Rilancio del 2020 sono state introdotte una serie di misure per sostenere gli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio del nostro Paese. «Nonostante gli obiettivi condivisi - sostiene Lia Bergamo, Liberi Imprenditori Associati - , le principali misure adottate contenevano dei vizi piuttosto evidenti già dal primo momento e che, come organizzazione, avevamo prontamente segnalato. Dalle stime delle Edilcasse Nazionali emergono due dati significativi: lo straordinario aumento delle ore lavorate dalle imprese del settore, e una percentuale eccezionale di nuove imprese edili. Se il primo dato conferma che i bonus hanno contribuito a rivitalizzare il settore, è il secondo che ci porta a riproporre una necessità che sosteniamo da tempo».

Non è forse arrivato il momento - si chiede ancora la Lia - «di prevedere dei requisiti minimi per le imprese nella gestione di risorse pubbliche? Non parliamo solo di certificazioni ma di un’esperienza minima nel settore in cui vengono investite queste risorse. Abbiamo diverse realtà storiche radicate sul territorio che hanno fatto della passione e della professionalità il loro biglietto da visita. Questi soggetti non solo subiscono la concorrenza di nuove realtà che nascono solo per fare cassa grazie ai bonus, ma ne subiscono anche tutti gli effetti negativi derivanti dalle loro azioni. La continua modifica normativa e la progressiva difficoltà nella cessione dei crediti ne sono la controprova. Da diversi anni sosteniamo l’importanza di considerare l’esperienza lavorativa come garanzia della serietà delle imprese, oltre che requisito minimo per determinati contesti, ma purtroppo constatiamo che non si perde occasione per favorire la nascita di general contractor che tipicamente si aggiudicano i lavori rivalendosi poi sui subappaltatori che eseguono materialmente l’opera. Persino l’ultimo intervento del Governo pare andare in questa direzione, lasciando fino ad oggi un vuoto normativo per tutti quei lavori in Edilizia Libera rivolti a fasce più basse».

Infine, conclude la Lia, «non possiamo non soffermarci sulla dibattuta tematica della cessione dei crediti fiscali ricordando che un numero importante di imprese, con lavori correttamente eseguiti, sta cercando da oltre un anno soggetti intermediari disposti ad acquistare i loro crediti. Lia Bergamo si è prestata fin da subito a facilitare le imprese in questa operazione. Anche se oggi abbiamo trovato nella cartolarizzazione una soluzione accessibile alle imprese, nell’ultimo anno abbiamo assistito a situazioni paradossali, che ben rappresentano il contesto burocratico e controverso a cui le imprese devono far fronte nel quotidiano. Le continue variazioni normative, le modifiche unilaterali e le tempistiche incerte e disattese mettono le imprese nell’impossibilità di pianificare correttamente i flussi di lavoro, temendo per la propria continuità aziendale».

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