Tenaris, un 2022 con l’utile record. E in Borsa è boom

Bilancio. Risultato netto: +142%, trainato dalle Americhe l’aumento dei prezzi batte i costi energia e materie prime. Rocca: «Sfruttate le condizioni favorevoli del mercato».

I rincari energetici e l’incertezza geopolitica non frenano Tenaris che chiude il 2022 con un utile record, in crescita del 142% a 2,55 miliardi di dollari. Anche i ricavi salgono a 11,76 miliardi (+80%) e l’Ebitda a 3,6 miliardi (+168%), vicini ai massimi storici registrati nel 2008, prima della crisi finanziaria globale. L’aumento delle vendite riflette la forte ripresa dell’attività di trivellazione di petrolio e gas nelle Americhe, una ripresa più ritardata dell’attività nell’emisfero orientale, che ora sta riprendendo vigore, e il solido contributo della maggior parte dei segmenti di mercato. Per effetto di questi risultati, giovedì 16 febbraio in Piazza Affari è schizzato in alto, sforando durante la seduta il tetto del +10%.

Dividendo a 0,34 dollari

Intanto il Cda di Tenaris proporrà all’assemblea di maggio il pagamento di dividendi per un totale di circa 602 milioni di dollari, incluso l’acconto sul dividendo di circa 201 milioni pagato a novembre scorso. Se il dividendo annuale sarà approvato, il 24 maggio sarà pagata una cedola di 0,34 dollari per azione pari a circa 401 milioni di dollari. Per la prima metà del 2023, Tenaris vede un ulteriore aumento delle vendite e del margine operativo lordo in quanto continuano ad aumentare la produzione in Nord America e le spedizioni per i progetti in pipeline.

Il gruppo, produttore e fornitore a livello globale di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, ha chiuso il periodo a dicembre con un utile netto di 803 milioni di dollari, 0,68 dollari per azione, 139% in più rispetto ai 336 milioni, 0,31 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso

Limitatamente al quarto trimestre, Tenaris ha visto salire utile e ricavi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, superando le stime, grazie all’ulteriore aumento delle consegne e dei prezzi realizzati in molte regioni. Il gruppo, produttore e fornitore a livello globale di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, ha chiuso il periodo a dicembre con un utile netto di 803 milioni di dollari, 0,68 dollari per azione, 139% in più rispetto ai 336 milioni, 0,31 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso.

In Nord America, le vendite sono aumentate del 20% su base mensile grazie ai maggiori volumi di Octg in tutta la regione e ai prezzi più alti degli Octg negli Usa. In Europa le vendite sono diminuite del 3% su base sequenziale a causa di una leggera riduzione di vendite di prodotti meccanici e strutturali.

Molto soddisfatto il presidente e ceo di Tenaris Paolo Rocca: «Abbiamo chiuso il 2022 con un record trimestrale di vendite nette, Ebitda e utile netto, terminando un anno in cui siamo stati in grado di sfruttare le condizioni di mercato favorevoli, in particolare in Nord America, per generare forti aumenti delle vendite e dei margini. I grandi risultati di tutto il 2022 sono stati resi possibili grazie all’efficiente implementazione del nostro sistema industriale globale, che ci ha permesso di produrre un volume record di oltre 3,1 milioni di tonnellate di tubi senza saldatura in tutto il mondo e sostenuto una continua crescita dei nostri impianti Usa». Sul fronte progetti, Rocca spiega: «Oltre al parco eolico in Argentina, faremo anche investimenti che miglioreranno l’efficienza energetica in Italia e in Argentina».

«La domanda crescerà ancora»

Per i prossimi mesi, il presidente Tenaris ritiene che « la rigidità del mercato petrolifero e l’elevata domanda di gas liquefatto sosterranno i prezzi di petrolio e gas e gli investimenti nel settore. Prevediamo che nel 2023 il numero di pozzi di petrolio e gas nel mondo aumenterà, portando la domanda di Octg a superare i 16 milioni di tonnellate, raggiungendo il livello più alto dal 2014». Intanto, come detto, in Borsa fin dall’apertura, il titolo era volato oltre il +10%, attestandosi a fine seduta a +8,04% a 17,34 euro.

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