Turn over, contratti inadeguati e accoglienza «vecchia»: il turismo cerca soluzioni alla crisi

MONTE ISOLA. I dati Istat testimoniano una forte ripresa dell’industria turistica del nostro Paese (nel primo bimestre del 2023 + 45,5 % di presenze rispetto allo stesso periodo 2022). La Fisascat Cisl indaga sulle prospettive di Bergamo e Brescia.

Da un indagine realizzata a fine Febbraio da Swg, che dedica un focus a Bergamo e Brescia capitale italiana della cultura 2023, emerge che sono 2 milioni gli italiani tra i 18 e i 74 anni che nel 2023 dichiarano di avere intenzione di visitare Bergamo, Brescia e i loro territori, con una spesa media pro – capite prevista di 350 euro Il risultato sarebbe un raddoppio degli arrivi domestici nelle strutture turistiche rispetto al 2019. Intanto, in tre mesi i pernottamenti a Bergamo sono stati 186mila, a Brescia 202mila. Nel 2022, Brescia e la provincia hanno incassato 2 miliardi e 236 milioni di consumi turistici, mentre a Bergamo si registra una crescita del 53% delle presenze turistiche e del 21% rispetto al 2019. Un rapporto di ASCOM racconta di 5,6 milioni di euro di maggiori ricavi per la città e di una proiezione di 29 milioni su tutto l’anno, con un tasso di occupazione delle strutture molto più alto. Ma il “mismatch” tra domanda e offerta nell’occupazione turistica è il grande nodo con il quale gli addetti ai lavori devono confrontarsi, soprattutto per affrontare e sfidare la “grande ricchezza” che il settore potrà offrire nei prossimi anni.

Intanto, il 64% delle imprese turistiche di Bergamo e Brescia ha avuto difficoltà nella ricerca del personale. Secondo le ricerche esposte da UniBg e da ADAPT, camerieri, cuochi, baristi e pasticcieri hanno un numero insufficiente per le richieste del mercato e molti di questi presentano aspetti di inadeguatezza nella formazione. Al tempo stesso, però, l’insoddisfazione dei lavoratori dell’accoglienza tra Bergamo e Brescia raggiunge livelli mediamente alti se si parla di guadagno, orari e stabilità dei contratti. Le ragioni per cui i lavoratori della Generazione Z e i Millennial lasciano il lavoro riguardano lo stipendio troppo basso, l’assenza nei contratti sistemi di bilanciamento del rapporto tra viata e lavoro, l’alto rischio di burnout e la mancanza di senso dell’appartenenza.

Sono alcuni dei dati emersi durante il convegno che Fisascat Cisl di Bergamo e Brescia hanno organizzato nel Castello Oldofredi di Montisola, per trovare l’opportunità di confrontarsi con altri addetti del settore sull’ampio tema del lavoro.

«Le difficoltà a trovare personale lamentate da bar, ristoranti e più in generale dalle molteplici attività dell’accoglienza turistica, hanno aperto da un lato una urgente riflessione sull’occupazione stagionale, sulla sua retribuzione e condizioni di lavoro talvolta davvero scoraggianti, dall’altro la necessità di un’analisi più complessiva sulla qualità del lavoro e su come sta cambiando la percezione del valore del lavoro, sia tra chi nel settore ha da tempo una stabile collocazione occupazionale che tra i giovani».

Claudia Belotti e Paolo Tempini , segretari generali della federazione sindacale del commercio e del turismo della Cisl di Bergamo e di Brescia, hanno introdotto così l’iniziativa «Ragazzi, che passione! Alimentarla con la cultura del buon lavoro per il futuro dell’accoglienza».

Le aspettative degli studenti, le necessità delle aziende e la necessità di normare e riconoscere nel contratto nazionale, orari e condizioni, conciliazione vita-lavoro, flessibilità e sicurezza. Da qui sono partiti i due sindacalisti.

«Il settore del turismo sconta ritardi di anni nel rinnovo dei Ccnl e, per far rimanere i lavoratori, avremmo bisogno di regole certe, di una conciliazione di vita e di lavoro che rispondano ai bisogni dei giovani, delle giovani coppie, ma anche un’attenzione alla cura dei genitori anziani, otre a salari e stipendi al passo con il costo della vita. Regole che solo un contratto nazionale rinnovato può dare, abbiamo bisogno di una volontà chiara che dia tempi stringenti per una chiusura positiva. Sarebbe auspicabile inoltre un contratto integrativo territoriale anche per il settore del turismo. Anche in questo campo lo scambio di esperienze e di sinergie, nonché la collaborazione tra Bergamo e Brescia, può trasformarsi in strumento prezioso per rafforzare e implementare le relazioni sindacali. Importante, inoltre, per dare stabilità e prospettiva di crescita al settore turistico, strategico per il nostro Paese, partire da processi formativi continui che permettano alle lavoratrici e ai lavoratori alle dipendenze delle imprese turistiche di sviluppare e migliorare le proprie competenze professionali ed acquisirne di nuove, in un’ottica di qualificazione e riqualificazione professionale per poter meglio rispondere alle sollecitazioni continue di cambiamento proprie di un settore dinamico come è quello turistico».,

Per Davide Guarini, segretario generale di Fisascat nazionale, «in questo settore, per lavorare tranquillamente serve tanta passione, bisogna essere molto qualificati e la formazione è fondamentale. Da parte delle imprese, occorre aumentare la cultura dell’accoglienza di qualità, considerando che siamo una meta molto ambita, con un patrimonio eccezionale. Noi rivendichiamo che non si punti alla precarizzazione, ma alla valorizzazione delle professionalità, attraverso formazione».

«Qui abbiamo due territori contigui e un problema comune: la difficoltà di recuperare lavoratori e trovare le competenze – ha detto Oscar Fusini, di ConfCommercio Bergamo. Lo sviluppo di una economia turistica nasce dalla possibilità di reclutare e formare giovani con competenze tali da sostenere l’importante fase produttiva tipica di questi territori. E oggi, il problema del settore non è più la crisi energetica, ma la difficoltà a colmare la differenza tra domanda e offerta nell’occupazione, problema a cui tutti insieme dobbiamo dare risposte».

«Per questi territori si parte da una scarsa cultura dell’accoglienza – è il pensiero dei dirigenti di Confesercenti intervenuti. Bisogna investire a lungo termine sui giovani. Ci sono ancora contratti che utilizzano eccessivamente tirocini e altre tipologie contrattuali che nel breve periodo consentono un risparmio, ma non fidelizzano i ragazzi e rendono altissimo il turn over, anche in realtà che potrebbero permettersi altre politiche economiche e contrattuali».

«Occorre – hanno concluso Belotti e Tempini - mettere in campo un’azione mirata e strategica di sistema, una policy che sappia rispondere ai grandi cambiamenti nel settore puntando su organizzazione, innovazione e innalzamento degli standard di qualità dei servizi. La destagionalizzazione del turismo, la valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale dei nostri borghi è un tema che riguarda anche il nostro territorio».

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