Ubi, le filiali che passano a Intesa e a Bper
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Nella divisione delle filiali a seguito della fusione tra Ubi e Intesa Sanpaolo, ben 84 nella nostra provincia finiscono a Bper. Scopri quali.

L’affitto del ramo d’azienda a Bper è iniziato con la definizione dell’accordo che prevede il passaggio di alcune filiali al gruppo emiliano. Nell’operazione sono coinvolti un migliaio di dipendenti sui complessivi 3 mila di Ubi.

Nella nostra provincia Intesa cede 7 filiali a Bper, ma tiene 54 sportelli di Ubi tra cui la sede storica in centro città e quella in via Camozzi. Sono, invece, in totale 77 filiali Ubi diventeranno Bper (in città ben 11).

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«Per i dipendenti Ubi è stata una giornata di passione». Il copyright è di Paolo Citterio, coordinatore di gruppo per la Fabi, e non c’è definizione migliore per descrivere la giornata di ieri per i circa 19.600 bancari che lavorano nell’istituto di credito: se 5.107 passeranno a Bper entro febbraio, la maggior parte (14.500) confluirà in Intesa Sanpaolo entro aprile. Uno spartiacque che ieri - dopo l’accordo integrativo firmato giovedì tra l’istituto di Ca’ de Sass e la banca emiliana - ha raggiunto contorni più definiti. Almeno sul côté Bper, che ha reso noto - comunicandolo in mattinata ai sindacati - l’elenco delle filiali e dei mini sportelli Ubi e Intesa che passeranno sotto il suo controllo, come da accordi sottoscritti con l’istituto guidato da Carlo Messina, anche per superare le obiezioni dell’Antitrust in seguito all’Opas lanciata sull’ex popolare. Lo spaccato in provincia Complessivamente, su 620 sportelli che passano a Bper, 33 (di cui due mini sportelli) appartengono ad Intesa e si trovano tutti in Lombardia; e 587 ad Ubi (per un totale di 4.413 dipendenti), di cui 455 filiali, 124 mini sportelli, quattro sportelli tesoreria, tre corner centro imprese e un corner centro top private.

Ed è in Lombardia che Bper fa incetta di sedi: 308 in tutto, di cui 84 nella nostra provincia. Ecco lo spaccato sulla Bergamasca: sono 77 le insegne Ubi che passano a Bper, composte da 54 filiali e 23 mini sportelli, per un migliaio di addetti su circa 3 mila; sette, invece, su 78 le filiali Intesa inglobate nell’istituto guidato da Alessandro Vandelli. Non male, se si considera che ad oggi Bper conta solo due filiali in via Camozzi in città. Per sottrazione - facendo riferimento ai dati Bankitalia - restano in capo ad Intesa 54 filiali Ubi. Curiosità in pillole In città, fatta eccezione per la sede storica di piazza Vittorio Veneto, per quella all’interno del Kilometro Rosso e per quelle di piazzale della Repubblica e via Lattanzio Querena (oltre al mini sportello all’interno dell’Università di via dei Caniana), le restanti filiali Ubi passano tutte a Bper. Compresa quelle di piazza Pontida, di Borgo Palazzo 51 (di fronte a piazza Sant’ Anna, una delle principali a Bergamo) e di via Gombito in Città Alta.

Da segnalare, poi, che in via Mattioli a Longuelo vanno a Bper sia la filiale Ubi, sia la filiale Intesa, collocate a pochi passi l’una dall’altra sui lati opposti della strada. Anche in Borgo Santa Caterina si crea un «doppione» a insegna Bper: la filiale (Ubi) al numero 6 della via si «incrocia» con quella (Intesa) di via Suardi 87. Passa anche a Bper la sede all’interno della Lucchini Rs di Lovere e quella dentro TenarisDalmine a Dalmine. Dulcis in fundo, la prima filiale inaugurata fuori provincia dall’allora Banca Popolare di Bergamo, negli anni ’70, rimane ad Intesa: si tratta della filiale romana di via dei Crociferi, a due passi dalla Fontana di Trevi (in tutto nella capitale si contano 62 filiali Ubi). Nella nostra città, invece, esclusa la filiale di via Camozzi, Intesa cede le restanti cinque a Bper. A livello nazionale, i bancari Intesa coinvolti sono 295. Tornando invece ai nuovi perimetri, restano ancora da definire i dettagli relativi alle macro aree territoriali (152 addetti) e a Ubis (85 persone).

Detto questo, secondo quanto si legge nell’informativa Bper consegnata ai sindacati, con questa operazione l’istituto dell’Emilia Romagna «aumenta la base di clientela di oltre il 50% (grazie a circa 1,4 milioni di clienti di ramo)», «raggiunge significative quote di mercato in regioni di grande rilevanza economica quali la Lombardia (dove il gruppo ha attualmente una presenza limitata)», prevedendo «un aumento del portafoglio crediti di circa il 50% e del totale attivo nell’ordine del 40% (attestandosi a un valore di circa 117 miliardi)». La parola ai sindacati Giuseppe Guastella (First Cisl) si dice certo che «Bper saprà sfruttare l’occasione della vita, valorizzando al meglio i colleghi, che a febbraio, ad un anno dal lancio dell’Ops, passeranno al gruppo». Per Paolo Citterio (Fabi) «è emersa in modo preciso da parte di Bper la vocazione di banca con valori molto vicini a quelli di Ubi - vicinanza ai territori incentrata sul ruolo delle filiali e sul rapporto con il cliente -. La creazione di una direzione regionale proprio a Bergamo, poi, è un aspetto molto importante».

Pierangelo Casanova (Fisac-Cgil) afferma: «Come Fisac avanzeremo in via preliminare una serie di richieste di chiarimento sul perimetro del ramo d’azienda e sulle motivazioni che hanno guidato la sua costituzione». Da parte sua, la Uilca «opererà per ricercare soluzioni di prospettiva per tutto il personale» e Natale Zappella (Unisin) sottolinea: «Sarà indispensabile un’intesa che tenga al proprio interno tutte le specificità degli attuali accordi di secondo livello». A ricordare le prossime tappe è Fabio Scola, segretario nazionale Fabi di riferimento per Ubi: «La trattativa per l’armonizzazione dei contratti inizia il 24 novembre e prosegue il 2 e 9 dicembre. I sindacati si impegneranno a garantire il futuro dal punto di vista occupazionale e il rispetto delle professionalità».

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