Vendite auto, segni di timida ripartenza. «Si spera nei bonus»

In Bergamasca. A luglio immatricolazioni calate «solo» del 5% rispetto al 2021. Pareggio a livello nazionale. Il costo ancora elevato pesa sull’elettrico: - 50,4%.

Boccata di ossigeno per il mercato dell’auto a luglio: dopo le pesanti battute d’arresto dei mesi scorsi, le immatricolazioni a Bergamo e provincia sono calate solo del 5% rispetto allo stesso mese del 2021, mentre a livello nazionale si è raggiunto un sostanziale pareggio. A questa, parziale, bella notizia si aggiunge la lieta novella dell’inclusione di noleggi e flotte tra i beneficiari degli incentivi ecobonus sull’acquisto di auto a basse, o nulle, emissioni, oltre al bonus per le infrastrutture di ricarica private. La speranza è che, dopo l’emanazione del relativo decreto da parte del presidente del Consiglio, si giunga poi al completamento dell’iter in tempi brevi.

Senza l’estensione del bonus a noleggi e flotte si correva il rischio di arrivare a fine anno con un plafond inutilizzato di parecchi milioni di euro per le auto elettriche e per le plug-in (ibride con ricarica alla spina, ma comunque dotate di motore termico), vanificando così le aspettative di ridurre il vetusto parco auto inquinante italiano.

«La decisione del governo è stata accolta con favore dagli operatori del settore – dice Loreno Epis, presidente della categoria Autosalonisti di Ascom Bergamo e titolare dell’omonima rivendita di auto di Scanzorosciate – anche perché l’acquisto di auto nuove, soprattutto elettriche e ibride da parte delle società di noleggio (grandi compratrici) e per le flotte aziendali, consentirà l’arrivo sul mercato dell’usato delle vetture sostituite. In questo modo il comparto delle auto di seconda mano potrà contare su un numero maggiore di vetture a disposizione».

I nuovi incentivi del governo includono anche i noleggi e i mezzi delle flotte aziendali

Il mancato ricambio delle auto a noleggio e delle flotte, infatti, ha ridotto il rifornimento del mercato dell’usato, che a fronte di una ridotta disponibilità di auto da proporre in vendita ha visto, di converso, salire i prezzi.

Il provvedimento del governo, se confermato nei contenuti già divulgati, allarga la platea dei beneficiari degli incentivi all’acquisto di veicoli a basse emissioni alle società di noleggio a lungo termine e alle flotte aziendali, finora escluse per motivi di budget, che rappresentano il traino indiscusso della transizione ecologica nel mercato auto. Viene così sanato in parte anche il vulnus che discriminava senza motivo i consumatori, in base alla modalità scelta per acquisire una vettura incentivabile. Grazie a questa misura, inoltre, sarà possibile facilitare il pieno utilizzo dei fondi a disposizione e si scongiurerà un residuo a fine anno di oltre 300 milioni di euro.

Incentivi per le ricariche

Altrettanto importante è la decisione di stanziare un fondo da 40 milioni di euro per il bonus all’acquisto e alla messa in posa di infrastrutture di ricarica all’interno di condomini, nel limite di 1.500 euro per singolo punto di ricarica e 8mila per edificio. Un intervento fondamentale per il pieno avvio della mobilità elettrica, ancora molto arretrata nel nostro Paese, cui dovrebbe seguire lo sviluppo del cronoprogramma puntuale per le infrastrutture di ricarica pubbliche previste dal Pnrr, altrettanto importanti.

Su elettriche e ibride che stentano a decollare (nella Bergamasca a luglio le plug-in hanno registrato un -45,6% sullo stesso mese del 2021 e quelle totalmente a corrente un -50,4%) “pesa il costo di acquisto ancora troppo alto – spiega Paolo Ghinzani, presidente del gruppo Concessionari Ascom Bergamo e direttore di Ghinzani Group – e la minore capacità di spesa media pro capite in Italia.

Diversa è la situazione dei Paesi nordici, dove la gente beneficia di un potere di acquisto più elevato e inoltre dispone di una rete di strutture di ricarica delle vetture che in Italia ancora non c’è”. «Per far partire veramente l’elettrico – conclude Ghinzani – bisogna intervenire anche attraverso una detassazione non solo del bollo auto, ma anche con altre formule che spingano veramente verso la transizione verde».

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