Consumatori, categoria che merita attenzione

Il commento. Nella seduta del 2 agosto scorso, grazie alla determinazione del Premier Draghi, il Senato ha approvato in via definitiva la legge annuale per il mercato e la concorrenza. La legge fa riferimento alla Direttiva Bolkestein, che promuove l’armonizzazione delle legislazioni dei vari Paesi membri in vari ambiti, tutti inerenti alla tutela dei consumatori.

La Direttiva è stata ratificata dal governo italiano nel 2010, ma non era stata ancora recepita a causa di contrasti interni alla maggioranza che hanno riguardato volta per volta vari temi, soprattutto quelli inerenti alle procedure di assegnazione delle concessioni demaniali marittime e ai provvedimenti in materia di taxi e noleggio con conducente. Riguardo al primo punto, il Consiglio di Stato è dovuto intervenire dopo che era stata prevista dal governo una proroga delle concessioni balneari sino al 2033, imponendo che debbano essere riassegnate tramite gare pubbliche entro il 31 dicembre 2023 e stabilendo il «divieto di nuove proroghe o rinnovi». Tale intervento si è reso necessario per l’appoggio fornito da alcune parti politiche agli attuali gestori, i quali si sono opposti alla liberalizzazione sostenendo che avrebbero favorito il subentro nelle concessioni d’investitori o fondi speculativi esteri, determinando in molti casi l’uscita dal mercato delle loro imprese.

Attualmente, le imprese balneari censite sono circa 27 mila, per lo più piccole e a conduzione familiare. Vivono quasi totalmente al riparo dalla concorrenza, il che rende possibili buoni risultati economici. Nella maggior parte dei casi offrono però servizi spesso non adeguati alle esigenze della clientela, nonostante paghino da anni allo Stato canoni irrisori. Per quanto riguarda invece i provvedimenti in materia di taxi e noleggio con conducente, dopo vari tumulti di piazza e blocchi della circolazione si è inspiegabilmente giunti alla decisione di sopprimere, almeno per il momento, la norma che conteneva la delega al governo per la revisione della disciplina. Ciò ha alimentato più che comprensibili rimostranze da parte delle imprese balneari, i cui motivi di dissenso erano molto simili a quelli dei taxisti. Questi ultimi, infatti, detentori delle attuali licenze, si sono opposti, per evidenti motivi di convenienza, alla liberalizzazione delle stesse e si sono battuti soprattutto contro l’utilizzo delle applicazioni web che usano piattaforme tecnologiche, come quella di Uber, per l’interconnessione tra passeggeri e conducenti, che determinano evidenti condizioni di ampia concorrenza. È evidente che anche questo aspetto dovrà essere presto ripreso in esame dal nuovo governo, che ha come compito principale quello di tener conto dell’interesse dei consumatori.

Dall’esperienza delle grandi città europee e americane risulta evidente come l’utilizzo delle piattaforme, che rende possibile il collegamento diretto tramite una App tra conducente e consumatore, rappresenti un vantaggio per il consumatore e, allo stesso tempo, un forte stimolo al miglioramento del servizio da parte dei conducenti tradizionali. Com’era prevedibile, ogni partito si è ben guardato dall’affrontare queste questioni nel corso della recente campagna elettorale, per non scontentare potenziali elettori. Quando, in occasione di qualche dibattito televisivo è stata evidenziata a esponenti dell’attuale maggioranza l’opportunità di portare a soluzione questi temi, la risposta prevalente è stata quella di minimizzarne l’importanza, trattandosi di questioni che hanno un impatto limitato sia in termini di Pil, sia sulla competitività complessiva delle imprese. È del tutto evidente, però, che il governo non potrà non tener conto della rilevanza che anche questi problemi hanno in relazione al rispetto dei principi europei in tema di concorrenza. Il Pnrr, infatti, annovera «le misure per la promozione della concorrenza tra le riforme abilitanti, cioè tra gli interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano e a rimuovere gli ostacoli (amministrativi, regolatori e procedurali) che condizionano l’attività economica e la qualità dei servizi erogati a cittadini e imprese».

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