Coronavirus, la disparità
colpisce la donna

Stanno pagando il prezzo più alto, ma nessuno se ne avvede. Lo stanno pagando in termini clinici, con numeri altissimi di contagio, ed economici. Covid-19 si sta trasformando nel virus globale della diseguaglianza, e colpisce soprattutto le donne.L’ allarme lo ha lanciato il Palazzo di vetro delle Nazioni Unite in un drammatico Rapporto sugli effetti devastanti per la popolazione femminile in tutti i Paesi e non solo in quelli più poveri. Ha detto il Segretario generale dell’ Onu Antonio Guterres: «Si rischiano di cancellare come mai prima diritti e opportunità per la popolazione femminile». Le donne sono in prima linea, più degli uomini. Basta dare un’ occhiata ai dati dei contagi nel nostro Paese.

Tra medici e infermieri infettati sono le donne ad aver pagato un tributo altissimo, con 10.657 dottoresse e infermiere malate, il 66% del totale. Eppure le donne sono state accuratamente lasciate sulla soglia delle varie commissioni di esperti. Solo il 20% dei posti nella complicatissima geografia delle task force nazionali e regionali sono stati assegnate a donne. Ed è dovuto intervenire il presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 12 maggio, cioè ad oltre due mesi dall’ inizio dell’ emergenza, per correggere la vergogna. Ha inserito 11 donne, 5 nella task force di Colao e 6 nella struttura centrale della Protezione Civile.

Siamo arrivati così al 21,17%, ancora troppo poco. Neppure una donna è presente tra i vertici della burocrazia Covid. E la campagna #Datecivoce #Ripartiamoallapari ha dovuto consolarsi con il riconoscimento tardivo di Palazzo Chigi. Insomma meglio che niente. L’ Italia ha una delle migliori e più conosciute virologhe a livello mondiale, Ilaria Capua. Lavora negli Stati Uniti, ma nessuna porta (nemmeno virtuale) della mappa del potere di contrasto alla pandemia per lei si è aperta.

Non è questione di quote rosa. È qualcosa di più. È il riconoscimento del prezzo alto che le donne stanno pagando nella pandemia. Il virus ha messo in ginocchio le economie. Si litiga sui numeri, ma dietro ci sono le persone che soffrono e le reti sociali di protezione che cadono a pezzi. A pagare le conseguenze peggiori sono le donne, perché circa il 60 per cento di chi vive di economia sommersa senza diritti e contratti, con paghe da fame e nessuna possibilità di protestare, è donna. Stanno peggio degli uomini poveri, perché lo sfruttamento spesso è anche sessuale, scambio economico tra più devastanti che con la pandemia, secondo la denuncia dell’ Onu, si è moltiplicato. Le donne hanno minori possibilità di risparmio degli uomini, lavorano e poi si prendono cura della famiglia, dei figli e spesso degli anziani. Con il crollo dei mercati e la chiusura delle aziende hanno perso più posti di lavoro degli uomini, mentre il lavoro domestico di cura è aumentato. I diritti si perdono in un baleno, mentre occorrono anni faticosi per riconoscerli e ripristinarli.

L’ Onu calcola che a fronte di 100 uomini che finiranno in povertà estrema, le donne saranno 125. Senza le donne il welfare dei Paesi ricchi schianta. Qui non c’ è parità di genere che conta, tra badanti e operatrici nelle residenze per anziani, addette alla pulizie, lavanderia e mense. Nei Paesi più poveri sostengono i mercati al dettaglio. Senza di loro si muore di fame. Tutte le cosiddette economie di sostentamento dipendono dalla donne. Ma anche le economie avanzate.

Poi c’ è la violenza e le molestie sessuali aumentate durante il lockdown. E la maternità che non viene protetta. In 38 Paesi del mondo non c’ è una legge che vieta il licenziamento di una donna incinta. La pandemia poteva essere un’ occasione per ripensarci. Ma sarà difficile diventare migliori e trovare il modo di attuare finalmente l’ equilibrio di genere, che riguarda il riconoscimento di pari diritti a fronte di pari fatiche.

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