Corsa al futuro
Via gli ostacoli

L’avamposto del futuro prossimo e, soprattutto, di quello a lungo raggio del nostro pianeta ha un nome preciso e ineluttabile, si chiama «intelligenza artificiale» (IA): l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali ragionamento, apprendimento, pianificazione e persino creatività. Secondo Stefano Quintarelli, membro del gruppo di esperti della Commissione europea che ha prodotto un documento di «Orientamenti etici per un’Intelligenza artificiale affidabile», l’IA è soprattutto il «modo attuale e neanche così nuovo con cui si costruiscono la maggior parte dei software». Una sorta di abilitatore di tante possibili tecnologie, come il riconoscimento vocale o il riconoscimento facciale, programmi di previsione metereologica, climatica o finanziaria, di diagnostica medica o di chimica farmaceutica, fino ad arrivare ai robot e alle auto a guida autonoma.

L’IA costituisce un punto centrale del Green deal europeo nel rilancio dell’economia post Covid 19 e nella trasformazione digitale della società. Tra finanziamenti comunitari e nazionali, pubblici e privati, per la prossima decade l’Europa mira a far salire gli investimenti in IA da 1,5 a 20 miliardi l’anno. Quanto sia considerato decisivo il settore lo testimonia la mole d’investimenti pubblici e privati realizzati praticamente ovunque. Il governo statunitense, sia tramite il canale della Difesa, sia attraverso quello della Salute, nel 2020 ha speso più di 8 miliardi di dollari in ricerca sull’IA. Molti altri stati come Gran Bretagna, Australia, Canada, Israele, Singapore, Islanda e India si stanno attivando per non perdere terreno rispetto alla locomotiva Usa, ma anche sospinti da altri piani strategici di sviluppo come quelli cinesi ed europei. La Cina, in particolare, che sta scalando tutte le classifiche nella sua ormai tradizionale corsa a inseguire la leadership americana, risulta oggi la più digitalizzata per quanto riguarda il sistema dei pagamenti elettronici ed è al primo posto mondiale anche nella produzione di dati che vengono immagazzinati ed elaborati.

L’Europa da parte sua, antropologicamente sempre molto più propensa all’analisi bilanciata e approfondita dei fenomeni, rispetto alla visione pionieristica e allo spirito di frontiera anglosassoni, cerca di tenere il passo ponendo più di qualche paletto concettuale in tema di tutela della privacy. La stessa Commissione che nel «white paper sull’IA» fornisce gli indirizzi per le iniziative legislative, sottolinea i potenziali aspetti negativi individuandoli in «processi decisionali opachi, discriminazioni di genere o di altro tipo, intrusione nelle vite private e limitazione delle libertà civili». Largo spazio è tuttavia riservato agli importanti benefici per i cittadini: migliore assistenza sanitaria; automobili e altri sistemi di trasporto più sicuri; prodotti e servizi su misura più economici e più affidabili; maggiore facilità nell’accesso all’informazione, all’istruzione e alla formazione; maggiore sicurezza nel posto di lavoro attraverso l’utilizzo dei robot.

Il documento evidenzia anche i benefici per le imprese, sottolineando che l’IA può consentire lo sviluppo di una nuova generazione di prodotti e servizi, anche in settori in cui le aziende europee sono già in una posizione di forza come l’economia circolare, l’agricoltura, la sanità, la moda e il turismo. Si sottolinea, inoltre, come non utilizzare l’IA in tutto il suo potenziale possa determinare una scarsa attuazione di programmi importanti come il Green deal europeo e una sensibile perdita del vantaggio competitivo rispetto a Paesi come Stati Uniti e Cina. La Commissione ritiene quindi di fondamentale importanza affrontare alla radice e subito i principali ostacoli al decollo anche in Europa dell’IA, su tutti la diffidenza del pubblico e delle imprese, l’esistenza d’infrastrutture carenti, la mancanza di precise e massicce agevolazioni alle iniziative imprenditoriali e agli investimenti.

Il processo di costruzione di una condivisa via europea di sviluppo dell’IA è dunque partito. Come sempre, le fondamenta sono ragionate, solide e ben fatte. Come sempre, la rapidità di esecuzione e la fiducia visionaria verso ciò che sarà ci vede un po’ indietro. Colmare questo gap è un dovere e una vitale dimostrazione di maturità.

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