Euroscettici
caduta di stile

In Inghilterra, nelle elezioni successive alla fine della seconda Guerra mondiale, il partito di Winston Churchill – che pure aveva guidato il Paese alla vittoria contro il nazi-fascismo – venne sconfitto. Si narra che, in una concitata riunione del gruppo dirigente dei Tories, un parlamentare avesse sostenuto l’esigenza di fare ostruzione parlamentare contro il progetto laburista di nazionalizzare un servizio pubblico. Con la sua ben nota, gelida, ironia Churchill apostrofò duramente il suo compagno di partito dicendogli: «Esimio collega, lei non ha capito nulla della democrazia.

Noi non useremo lo strumento del filibustering, perché esso viene adoperato soltanto in caso di atti della maggioranza che mettano a repentaglio l’ordinamento». Con tali parole Churchill - nel sottolineare che il partito Laburista aveva il diritto di attuare il programma votato dagli elettori - dava una lezione di civiltà politica e di ossequio verso le regole delle democrazie parlamentari.

Confrontato con quel lontano episodio di dignità politica e istituzionale, la mossa attuata dagli eurodeputati del Brexit Party, nel corso della seduta inaugurale del Parlamento europeo, potrebbe essere ritenuta una semplice pagliacciata di cattivo gusto. Una non sorprendente caduta di stile. A tale conclusione si potrebbe pervenire, tenendo conto della pochezza del loro leader, l’ineffabile Nigel Farage. Al contrario, vi sono robuste ragioni per essere preoccupati, poiché il plateale gesto degli euroscettici britannici non è soltanto un affronto al presidente del Parlamento europeo, Tajani. Restare seduti – o peggio – voltare le spalle durante l’inno europeo implica disprezzo per l’Europa in quanto soggetto istituzionale, ma ancor più in quanto entità civile e sociale. La squallida bravata è, in realtà, il segno di generale decadimento della qualità del personale politico ai quali gli elettori danno mandato di rappresentarli. Di tale fenomeno non sono mancate le avvisaglie nel nostro Paese. Basti ricordare i cappi esibiti da esponenti della Lega e da altri scalmanati nel 1992; oppure, qualche anno dopo, le fette di mortadella con le quali si irrideva il presidente del Consiglio in carica. Le forze politiche alle quali si rifacevano questi eroi del dileggio e della villania sono oggi al governo. Un significativo salto di qualità. Verso il baratro. Alla base c’è una totale assenza di rispetto verso le istituzioni democratiche.

Le democrazie contemplano non soltanto la differenza di opinioni e di scelte, ma i conflitti stessi. Quando essi emergano dall’esigenza di far valere diritti o di produrre cambiamento. Ma tutto ciò deve avvenire nel rispetto delle regole proprie delle società democratiche. A sua volta, la politica è confronto e, nel contempo, scontro. Su programmi, obiettivi, idee, valori. Ma – se diventa saloon da film western – la politica si rimpicciolisce, si avvilisce a puro strumento di potere. Negli ultimi decenni la politica come «servizio» alto alla società si è andata sempre più rapidamente dissolvendo. Agli ideali – anche contrapposti – tra forze politiche si sono progressivamente sostituite la ricerca del proprio tornaconto e la becera attitudine a considerare l’avversario politico come un nemico. Contro il quale si può (anzi, si deve) combattere a colpi di clava. La mancanza di rispetto per gli avversari trasuda quotidianamente attraverso i social. Sono diventate legioni i parlamentari tanto più avvezzi all’offesa pesante e gratuita, quanto più incompetenti su tutto e totalmente ignari delle cose delle quali dovrebbero occuparsi. Ignoranza e maleducazione vanno a braccetto. Accoppiamento non inedito nelle società, dagli albori della civiltà; mai però così largamente diffuso tra i «rappresentanti» del popolo. Del resto, non molti anni fa, il senatore Speroni si vantava di essere maleducato, adducendo ciò al fatto che i suoi elettori erano a loro volta maleducati. Una volta si mandavano in Parlamento le persone ritenute migliori di noi. Oggi vale il contrario: se sono peggio di noi, faranno strada. Nel caso specifico: Farage strada.

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