Finisce l’emergenza ma il Covid rimane

L’abbiamo già detto e ripetuto: dopo oltre due anni oggi finisce l’emergenza Covid ma non finisce la pandemia Covid. Di conseguenza decadono il Comitato tecnico scientifico e la struttura del Commissario straordinario Francesco Figliuolo (che esce di scena lasciando il posto al generale Tommaso Petroni): al loro posto ci sarà una unità operativa ad hoc, «per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia», operativa fino a fine anno. Certo da oggi il ricordo dei giorni

terribili della pandemia ci sembrerà un po’ più lontano. Tramonta il sistema dei colori, non sarà più necessario avere almeno il Green pass base per entrare negli uffici pubblici, nei negozi, nelle banche, alle poste o dal tabaccaio (ma servirà per entrare al ristorante al chiuso). L’allentamento previsto è francamente piuttosto complicato e non a caso alcuni giornali hanno inventato addirittura dei quiz per rendere edotti il lettore. Stop al certificato anche sui bus e in generale sui mezzi di trasporto pubblico locale, dove proseguirà l’obbligo di indossare le mascherine fino al 30 aprile. Decade il limite di capienza negli stadi e nei palazzetti. Resterà in autoisolamento solo chi ha contratto il virus (fino a tampone negativo da eseguire dopo almeno sette giorni, o dieci per i non vaccinati), mentre per tutti gli altri vale il regime dell’autosorveglianza per 10 giorni: potranno uscire e andare al lavoro ma indossando la mascherina Ffp2. Cambiano le regole anche a scuola: andranno in Dad solo i positivi, se i contagi in classe sono più di 4, si farà comunque lezione in presenza ma tutti dovranno indossare la Ffp2 per 10 giorni (normalmente è obbligatoria quella chirurgica). I ragazzi potranno tornare in gita. E i prof non vaccinati potranno andare a scuola, ma non insegnare (un paradosso, se ci pensiamo).

Questa lenta deregulation ci accompagnerà fino al primo maggio (quando terminerà l’obbligo del green pass), poi proseguirà fino al 30 giugno (termine fissato per il ritorno in ufficio in presenza nell’ambito privato) fino alla data finale (si spera) del 31 dicembre. Fino ad allora resterà in vigore l’obbligo di vaccino per il personale sanitario e delle Rsa. E le visite da parte di familiari e visitatori alle persone ricoverate all’interno di ospedali e residenze socio assistenziali saranno consentite solo con il Super Green Pass.

Proteggerci da un contagio che ancora è più che mai presente dipenderà da noi stessi. Basta dare un’occhiata agli ultimi dati. La curva dei contagi sembra stabilizzarsi ma ci sono ancora oltre cento morti al giorno. Dalla Cina arrivano notizie inquietanti. Dunque se è vero che da oggi entrano in vigore le nuove norme che prevedono il venir meno dell’obbligo di green pass in vari luoghi, tra cui negozi, uffici pubblici, bus e metro (dove continuerà però ad essere obbligatoria la mascherina) è anche vero che il virus continuerà a mordere. Il virologo Fabrizio Pregliasco insiste sulla necessità di indossare la Ffp2, soprattutto in casi di assembramento. Ha coniato anche una battuta efficace: «La mascherina deve diventare un accessorio di moda».

Siamo entrati in una seconda fase, quella della convivenza del contagio, che come tutti i virus respiratori, come quelli influenzali, vedrà una successiva ondata in autunno. È molto probabile che dovremo tutti sottoporci a una quarta dose (in America il presidente Joe Biden ha appena assunto il quarto antidoto) ma intanto coloro che non si sono ancora vaccinati dovrebbero correre a farlo, prima che sia troppo tardi. I pericoli di complicanze – anche molto serie - legate al contagio, per chi non si è ancora vaccinato sono ancora tutti lì e non se ne andranno con un decreto del governo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA