
L'Editoriale
Domenica 18 Luglio 2021
G8 di Genova, il giudizio
è chiuso per sempre
A 20 anni dal G8 di Genova e dai gravissimi fatti che tennero sospeso per giorni lo stato di diritto in Italia, la giustizia continua a emettere il suo giudizio come un’onda lunga. Si tratta stavolta di un verdetto europeo, quello della Corte europea dei diritti dell’uomo, che rigetta come «irricevibili» i ricorsi presentati da alcuni poliziotti che erano stati condannati per la famigerata irruzione nella scuola Diaz, alla periferia della città della Lanterna. Ed è come se i giudici, rifiutandosi di emettere un’altra sentenza, la emettessero di fatto. Le accuse dei ricorrenti, dicono i giudici di Strasburgo, sono «manifestamente infondate» e il ricorso è «irricevibile». Nella sostanza la Corte sentenzia che non c’è nulla da aggiungere ai tre gradi di giudizio emessi dalle corti italiane.
Per i gravissimi pestaggi alla Diaz (ma parlare di pestaggio è un eufemismo, quella notte i manganelli del reparto celere hanno rotto avambracci, crani, femori e quant’altro, senza pietà, lasciando macchie di sangue dappertutto e giovani e vecchi senza sensi sui pavimenti delle aule della scuola), la Corte di Cassazione ha confermato le condanne per 40 imputati ritenuti colpevoli (ma per 33 di loro il reato è prescritto). I pubblici ministeri di Genova avevano chiesto 76 anni in tutto. Gli occupanti della scuola, che nulla avevano a che fare con i black bloc che invece avevano messo a ferro e fuoco la città e fatto sfuggire di mano la situazione alle forze dell’ordine, vennero poi trasferiti nella caserma di Bolzaneto, dove furono sottoposti a torture fisiche e psicologiche. Un film che dà l’idea di quel che è accaduto è senz’altro il film «Diaz» di Daniele Vicari, sconsigliato però a chi ha uno stomaco particolarmente delicato.
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