L'Editoriale
Giovedì 20 Novembre 2025
I bambini inascoltati e la voce del Papa
ITALIA. I numeri fanno spavento. Raccontano la condizione dell’infanzia negata, narrazione di un silenzio pesante come un macigno sulla coscienza del mondo. Ogni giorno 13mila bambini muoiono per malattie e guerre, violenza domestica e criminalità, sfruttati fino a perdere la vita da un sistema di produzione iniquo.
C’è un silenzio drammatico con il quale dovremmo fare i conti ogni giorno. Ma non accade e un velo di rassegnazione e di assuefazione avvolge e giustifica la strage quotidiana degli innocenti, parte non indifferente di una crisi morale globale. Papa Francesco aveva inventato il Summit mondiale dei bambini e aveva aperto le porte del Vaticano per discutere di diritti negati ai bambini.
Ieri Papa Leone ha ripreso e rilanciato l’iniziativa di Bergoglio annunciando una Giornata mondiale dei Bambini per il prossimo anno a settembre, una Gmb che entrerà nella storia della Chiesa moderna come le Gmg dei giovani, intuizione di Giovanni Paolo II per offrire cittadinanza nella Chiesa e nel mondo alla speranza di chi ha nelle mani il futuro. La Gmb di Leone XIV sarà come un abbraccio che accoglie e protegge e servirà per dire che le voci spezzate ogni giorno di 13mila bambini sono un prezzo che l’umanità non può accettare e che all’assuefazione si deve resistere.
Il Papa lo ha annunciato alla vigilia delle Giornata mondiale dell’Infanzia delle Nazioni Unite di domenica prossima, per rafforzare e sottolineare l’importanza della celebrazione. La Chiesa insomma raddoppia l’impegno e aggiunge riflessioni, schierando la memoria di un impegno per l’infanzia, che ha radici profonde e sicure nel Vangelo. Oggi negare l’infanzia è uno scandalo che non fa breccia nella coscienza politica del mondo. I bambini morti per fame, per la guerra, vittime delle liti degli adulti e spesso anche del disagio sociale, mentale e delle dipendenze dei genitori sono considerati danni collaterali.
In realtà nulla vale la vita di un bambino. Ma se tutti sono d’accordo nel ribadirlo, pochi promuovono le azioni necessarie per renderlo reale. I problemi che portano a negare l’infanzia sono sottovalutati, perché spesso si sbaglia obiettivo. Sono i problemi degli adulti a segnare il dramma dei bambini. Povertà, ingiustizie, sfruttamento, conflitti, sistemi sanitari a brandelli, istruzione sfilacciata ne fanno le prime vittime, anche nei Paesi ricchi. Francesco denunciava la cultura dello scarto e del profitto dove tutto si compra e si vende senza alcun rispetto per la vita, soprattutto quella piccola e indifesa.
Ai bambini non si chiede nulla, non li si ammette al dibattito, come invece fanno le associazioni cattoliche che hanno sempre avuto per loro una attenzione particolare dall’Azione Cattolica Ragazzi agli scout, fino alle intuizione cruciali di don Bosco.
E poi c’è l’aborto che Bergoglio definì nel giorno del Summit mondiale dei bambini in Vaticano a febbraio «una pratica omicida che recide la fonte della speranza di tutta la società». Nessuno ha chiesto a loro se volessero nascere o morire. Il problema dei bambini non nati è ancora una volta solo un problema degli adulti. Bisognerebbe ascoltare invece anche chi non ha diritto di parola. Papa Leone nell’annunciare la Gmb intende ricordare a tutti che i bambini vanno ascoltati, perché essi osservano, capiscono e ricordano molto meglio di noi. Va ascoltato il loro silenzio, per proteggerli nella loro dignità. Papa Leone qualche giorno fa ha aggiunto una preoccupazione in più, chiedendo di proteggerli anche dall’intelligenza artificiale e dai rischi di un uso troppo precoce e illimitato del digitale.
Ancora una volta un problema degli adulti che si riversa con conseguenze drammatiche sui più piccoli.
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