Il malessere economico ha un costo politico

ECONOMIA. Hellman Materials produce cristalli per pannelli solari e applicazioni industriali ma ha deciso di trasferirsi in Svezia. A Jena in Germania i costi energetici sono troppo alti e la fornitura di corrente elettrica non regolare.

Un destino che l’impresa condivide con tanti altri attori economici tedeschi travolti dalla crisi energetica. Anche i grandi soffrono. Volkswagen per esempio investe in Cina per un miliardo di euro e pianifica la costruzione di una fabbrica di batterie in America. L’industria tedesca aveva puntato tutto sul gas russo. Sull’intesa Merkel-Putin la Germania ha costruito negli ultimi due decenni la sua fortuna industriale e da quel podio pronunciato i suoi diktat. Nonostante il precedente dell’invasione russa della Crimea del 2014 nessun allarme era scattato a Berlino, convinti che il «business as usual» fosse condiviso anche a Mosca. L’attacco russo all’Ucraina ha trovato la Germania totalmente impreparata. Con il problema di dover sostituire di colpo il propellente energetico del motore industriale e quindi di affrontare gli elevati costi che ne derivano tutte le lacune del sistema produttivo tedesco si sono evidenziate.

Vi è un ritardo nella digitalizzazione del Paese e soprattutto della pubblica amministrazione. L’iter burocratico delle autorizzazioni si rallenta e si ripercuote sulla produttività delle imprese. Soprattutto di quelle medio-piccole che a loro volta si sono fidate del basso costo energetico e non hanno investito nei processi informatici.

Anche nelle energie alternative ci si è mossi lentamente. Attualmente vi sono 65mila pale eoliche ma per il prossimo futuro si calcola il raddoppio. Senza contare che quasi tutte le costruzioni dovranno aver sul tetto impianti fotovoltaici. Il ritardo sta nel fatto che non si è investito sulle batterie di accumulo che permettono di immagazzinare l’energia prodotta dal sole quando vi sono i picchi di sovraproduzione. C’è voluta l’interruzione brusca della fornitura di gas russo per smuovere gli animi. È di questi giorni l’utilizzo in via sperimentale di una batteria nel Baden Württemberg per l’utilizzo di energia accumulata. La convinzione di essere imbattibili nella produzione di articoli industriali unita all’idea dell’inesauribilità del gas russo - al punto da costruire un secondo gasdotto nel Mar Baltico - ha determinato un’arroganza che ora si ripercuote sulla nazione intera.

La disillusione è grande. Basta un telegiornale della prima rete «Ard» per ascoltare notizie che sanno di bollettino di guerra. Solo due giorni fa si iniziava con il calo della produzione industriale dell’1,5% rispetto a maggio, poi si passava alla crisi abitativa con gli affitti al massimo, l’abbandono dei piccoli centri. Una cittadina come Schwedt che ha vissuto negli ultimi anni la fuoriuscita di 20mila abitanti per arrivare alla scuola dove la mancanza di insegnanti ha indotto i singoli dirigenti scolastici ad assumere personale da altri settori della società, dare loro una breve preparazione e buttarli poi in classe.

Questo malessere generale ha anche un costo politico. Alternative für Deutschland (AfD) è considerato dal servizio di protezione della Costituzione della Repubblica Federale (Verfassungsschutz) un partito eversivo e viene costantemente monitorato. Il suo programma si fonda su due principi: nazionalismo e socialismo. Sottrae voti alla Linke, che di fatto è in disfacimento e alla Spd. Tutti partiti di sinistra. Sono i paladini della nuova Germania nazionale e antiglobalista e hanno il loro bastione della parte orientale ex comunista. Dalle ultime proiezioni escono con un brillante 22 per cento, secondo partito dopo la Cdu. Per le elezioni al Parlamento europeo del 2024 possono contare sull’appoggio di Matteo Salvini e della Lega.

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