Il premier «sindaco»
e il piano per ripartire

Concretezza, apprezzamento e fiducia: l’intervento del Presidente del Consiglio Mario Draghi all’assemblea nazionale dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, ieri, in un padiglione della Fiera affollato di fasce tricolori, ha trasferito alla platea di Sindaci un concentrato di energia positiva, corrisposto dalla standing ovation che ha salutato la conclusione del discorso di Draghi. L’Anci è un’associazione politicamente trasversale, a cui aderiscono Comuni e Sindaci di ogni colore politico: il fatto che ieri fossero tutti in piedi ad applaudire lungamente il Presidente del Consiglio è dunque l’espressione di un’adesione non consueta, rivelatrice della singolarità della fase politica che il Paese sta attraversando e ancor di più dello speciale consenso che Draghi, col suo riformismo pragmatico – poche parole e più fatti possibile – riscuote tra gli amministratori delle più diverse comunità locali.

I Sindaci si ritrovano nello stile e nella concretezza del Presidente del Consiglio, un tecnico di profilo internazionale che ha dimostrato d’avere molta più stoffa politica di quanto si potesse sospettare; si specchiano nella sua urgenza di tradurre le analisi e le discussioni in azioni e risultati concreti, perché è questo che è chiamato a fare ogni Sindaco, il cui operato è costantemente sotto gli occhi dei cittadini-elettori e che non può quindi perdersi negli ideologismi o nelle teorie che non arrivano al dunque.

La politica incarnata nell’amministrazione delle città è fatta di scelte e misure concrete, o è soltanto una promessa tradita. E quindi serve visione, e serve l’ispirazione di valori alti, come tante volte Mario Draghi ha dimostrato d’avere, ma serve anche il coraggio delle decisioni, anche quando queste non vanno nella direzione del maggiore consenso.

A Parma Draghi ha reso omaggio ai Sindaci, ringraziandoli per quanto hanno fatto durante l’emergenza pandemica e richiamandone la centralità nella stagione di riforme e investimenti che il Paese ha di fronte. Ci ha fatto piacere, perché non sempre questo ruolo ci è stato riconosciuto. Per sottolineare questo apprezzamento ha richiamato altre stagioni decisive, e altre battaglie importanti, che hanno visto i Sindaci in prima linea: come Virgilio Ferrari – che fu primo cittadino di Milano negli anni Cinquanta e che ne promosse i grandi progetti infrastrutturali – o Angelo Vassallo, il Sindaco di Pòllica che pagò con la vita la sua lotta alla criminalità mafiosa.

Ma soprattutto ci ha spinti a guardare avanti, alla grande occasione di investimenti e di rilancio cui il nostro Paese sta andando incontro grazie alle risorse europee e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I Comuni e le Città metropolitane, come soggetti attuatori del Piano, si troveranno ad amministrare oltre 50 miliardi di euro, con la responsabilità di trasformarli prima in progetti concreti, e poi di spenderli – nei tempi rigorosi che l’Unione Europea ha posto a condizione dell’ingente investimento – per cogliere l’ambizioso obiettivo di modernizzare ogni luogo del nostro Paese dal punto di vista della transizione digitale e di quella ecologica, dell’edilizia pubblica e di quella scolastica, della mobilità, della cultura e dell’assistenza alle persone più fragili: un’occasione unica ma anche una grandissima responsabilità, che ogni amministratore avverte fisicamente sulle proprie spalle.

Per questo nei giorni scorsi, insieme ad altri colleghi, ho voluto rivolgere un appello al Presidente del Consiglio: per non sprecare questa occasione – che riguarda Bergamo come ogni altro Comune della nostra provincia e del nostro Paese – servono regole del gioco chiare, informazioni trasparenti, massima semplificazione dei passaggi burocratici e rafforzamento degli organici tecnici delle Amministrazioni – oppure rischiamo di non farcela, o di cogliere solo parzialmente l’occasione che ci è data. Dal palco di Parma il Presidente Draghi ci ha risposto in modo incoraggiante: il Governo punta a semplificare le procedure di affidamento dei contratti pubblici, riconosce la necessità di accorciare i tempi di approvazione dei progetti e apre alla possibilità di reclutare personale a supporto degli enti territoriali per l’attuazione del Piano. Sono queste le condizioni per consentire a Comuni e città di giocare fino in fondo la partita. Ne va del futuro delle nostre comunità e della fiducia dei cittadini nei confronti della politica.

*Sindaco di Bergamo

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