La solitudine di massa con la didattica a distanza. Formazione è relazione

Il commento Un ragazzo che nel 2020, quando tutto è cominciato, frequentava la quarta superiore ha vissuto gli ultimi tre anni di formazione davanti ad un computer. La quarta, praticamente a casa; la quinta, un po’ a casa e un po’ in classe; quando finalmente è arrivato all’università ha ricominciato daccapo. Tre anni. Mettiamo, dai 17 ai 20. Dall’adolescenza alla prima giovinezza. E sempre per la stessa ragione, il Covid. Ci siamo chiesti che cosa abbia significato per questa generazione.

Oggi che si discute di come sarà il prossimo anno accademico e spunta qualche polemica sulla ripresa in presenza delle attività didattiche, conviene alzare lo sguardo e guardare più lontano. I dati che abbiamo sulla didattica a distanza sono ormai chiari. Ci dicono alcune cose fondamentali sul nostro Paese, sui giovani, e sulle profonde diseguaglianze che li dividono davanti alla formazione, tutte cose che non possono lasciarci indifferenti come cittadini, come educatori, come genitori.

la fibra superveloce non è di tutti e almeno la metà dei ragazzi ha dichiarato di non poter contare su una connessione stabile. Anche il computer è un possesso precario

Guardiamo giustamente alla tecnologia con fiducia e se non avessimo avuto internet e i computer non avremmo avuto scuola e università durante il lockdown. E nemmeno dopo. Ma la fibra superveloce non è di tutti e almeno la metà dei ragazzi ha dichiarato di non poter contare su una connessione stabile. Anche il computer è un possesso precario. C’è chi non ce l’ha e chi deve dividerlo con fratelli e genitori. Molti, tantissimi, poi, hanno solo un cellulare e se lo sono dovuti far bastare per seguire le lezioni. Che effetti ha avuto tutto questo sugli apprendi-menti? Pessimi. Ce lo dicono le indagini dell’Istat e del Censis e ce lo dicono gli stessi insegnanti delle scuole secondarie e i dirigenti scolastici. La matematica, ad esempio, è un disastro.

Il distanziamento sociale ha causato un crollo nella frequentazione degli amici e gran parte dei rapporti si è trasferita online

Ma poi c’è tutta un’altra sfera, che chiamiamo sociale, e sono le amicizie, gli amori, la dimestichezza a stare con gli altri. Anche questa, a ben vedere, è una forma di apprendimento e anche questa è saltata. I ragazzi, oggi, ne sentono la mancanza. Solo due mesi fa, ai primi di maggio, l’Istat ha reso noti i dati di un’indagine sui «ragazzi e la pandemia». È il risultato di una ricerca condotta nel 2021 sugli studenti della scuola secondaria, quelli che in questi giorni appunto stanno perfezionando le immatricolazioni all’università. Quello che ne viene fuori è il ritratto di una nuova solitudine di massa. Il distanziamento sociale ha causato un crollo, parole testuali, nella frequentazione degli amici per almeno la metà degli intervistati. In compenso, gran parte dei rapporti si è trasferita online. Il ricorso a chat e social media è aumentato per quasi il 70% dei ragazzi. Tutta la vita quotidiana di questa generazione si è ricostituita su nuove basi, «a distanza» per così dire. Passano ore davanti ad uno schermo, affidano ai telefonini e ai computer la gestione del loro divertimento, delle loro amicizie, ma il sentimento di isola-mento è forte e pesa tra gli intervistati.

Formarsi non è semplicemente studiare. Coinvolge tutta la persona del giovane, la sua sfera intellettuale e la sua sfera morale. L’intelligenza e gli affetti

Formarsi non è semplicemente studiare. Coinvolge tutta la persona del giovane, la sua sfera intellettuale e la sua sfera morale. L’intelligenza e gli affetti. Vi rientrano il rapporto tra pari e il confronto con un adulto autorevole. Si impara a stare insieme agli altri, ad intervenire in pubblico, si impara anche come cavarsela con una ragazza o con un ragazzo, oppure con un professore un po’ rognoso. Tutte cose che si fanno in presenza. Una presenza ricca di persone, della loro intelligenza, delle loro passioni. Quando parliamo di università pensiamo anche a questo.

*Prorettore dell’Università degli Studi di Bergamo con delega a didattica, orientamento e placement

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