La tragedia di un popolo, l’umanità da ritrovare

Esteri. Battaglioni dell’esercito russo nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022 piombarono sull’Ucraina penetrando da Est e da Nord attraverso la Bielorussia. A un anno dall’inizio dell’invasione conviene ricordare gli effetti dell’aggressione generati in un solo anno di guerra nella carne viva della popolazione.

Le fonti delle cifre sono le agenzie dell’Onu e l’Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa, non la propaganda di Kiev: 28mila morti (ma le stime delle stesse Nazioni Unite triplicano il numero, solo a Mariupol risultano scomparse 20mila persone), 6 milioni di sfollati e 7 milioni di profughi, 10 milioni di persone al gelo e senza luce, 190mila edifici civili distrutti, comprese scuole e ospedali, 18 milioni di ucraini dipendenti dagli aiuti umanitari, 65mila denunce per crimini di guerra, in fase istruttoria, 4mila tra missili a lunga gittata e droni esplosivi lanciati su città e villaggi indifesi e privi di assembramenti militari, 1,5 milioni di bambini a rischio di depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico e altre patologie mentali, 5 milioni di minori che hanno subito un’interruzione nell’istruzione.

A fronte di questi numeri terrificanti, ognuno dei quali tocca la vita di persone e di famiglie per le quali nulla sarà più come prima, il dibattito pubblico italiano è cinico e incattivito. Viene colpevolizzato uno Stato indipendente e sovrano per aver scelto un posizionamento a Occidente, scatenando così la furia del Cremlino. La libertà ha ancora un valore? La critica legittima, argomentata e civile non è in discussione ma la premessa di ogni posizione dovrebbe essere la denuncia di una brutalissima invasione. Invece si danno pretesti a tale abominio con argomenti come il presunto sterminio di filorussi che sarebbe avvenuto nel Donbass per opera del governo di Kiev. È vero, la guerra in Ucraina è in iniziata nel 2014, ma appunto la guerra, cioè la contrapposizione armata fra milizie ribelli sostenute da Mosca e l’esercito ucraino. Un rapporto datato 27 gennaio 2022 a cura dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani certifica il numero delle vittime durante il conflitto dal 2014 a fine 2021: almeno 3.404 civili (per il 60% russofili), circa 4.400 membri delle forze di Kiev e quasi 6.500 dei gruppi armati a sostegno dei separatisti. Una sentenza del marzo 2022 della Corte internazionale di giustizia dell’Onu smentisce la vulgata del genocidio, senza negare la gravità dei fatti.

Chiunque sia stato in Ucraina è testimone dell’immensa tragedia che si è abbattuta su un intero popolo. Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati, dopo un viaggio nel Paese invaso si è detto «sconvolto per la vastità della distruzione». Parole pronunciate da chi ha visto molti altri teatri di guerra. Per Medici senza frontiere, non secondo la propaganda di Kiev, «questo conflitto ha avuto un impatto devastante sulle condizioni dei pazienti sia a livello psicologico che fisico». Attribuire questo sconvolgimento al governo dello Stato aggredito è un ribaltamento delle responsabilità.

Il filmato della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ripresa in lacrime davanti alla grande fossa comune nel terreno della chiesa ortodossa di Sant’Andrea a Bucha, nei social è stato marchiato da centinaia di commenti grevi, sempre a danno dell’Ucraina. Chi ha visto quella fossa, se non ha pianto si è comunque commosso: è ancora lecito? Stesso trattamento denigratorio è stato riservato a un appello sui social dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati destinato alla raccolta di fondi a sostegno dei milioni di sfollati a seguito dell’invasione. Si dirà che si tratta di una minoranza scapestrata. Ma è una minoranza numerosa e rumorosa, che dà voce a un giudizio distorto purtroppo rappresentato anche nei talk show delle tv nazionali dove viene concessa ampia parola a personaggi senza arte né parte.

Quando si invoca la pace ineludibile, per quale ragione lo si fa se non per la comune umanità che lega i popoli? Tanto più per quelli vittime di una violenza raggelante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA