Le delusioni di Matteo e i pungoli degli avversari che agitano la Lega
Se il Pd «muove» al centro, Salvini deve dunque difendersi, se non vuole essere spostato al margine destro della coalizione e vedere ridotta la sua possibilità di influenza sul governo. Del resto nelle ultime settimane ha avuto più di una delusione: sulla rottamazione delle cartelle esattoriali è stato contentato in parte, e per nulla sull’allentamento delle regole anti-Covid nel mese di aprile (salvo una ovvia promessa che, se i numeri della pandemia lo permetteranno, si rivedranno le restrizioni).
E pensare che, alla vigilia del consiglio dei ministri che avrebbe dovuto varare il decreto-aprile, Salvini aveva adombrato persino la possibilità di ordinare ai suoi ministri di disertare la seduta se non si fosse seguita la sua indicazione. Cosa non avvenuta: e chissà cosa avrebbe fatto in quel caso Giancarlo Giorgetti, primo dei ministri leghisti, molto attento ad assumere un profilo più di governo che di lotta.
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