Maturità, l’ecologia dell’uomo al centro

La pandemia insegna come solo istituzioni sovranazionali di garanzia possano affrontare le emergenze mondiali. Il riscaldamento globale di origine antropica è destinato a rendere il pianeta inabitabile, se le promesse dei vertici internazionali non diventano obblighi giuridici. La traccia della prima prova scritta dell’esame di maturità con un testo del giurista Luigi Ferrajoli, tratto dal suo libro «Perché una Costituzione della Terra?» uscito l’anno scorso, rivela un filo conduttore rinvenibile nelle tracce: l’ecologia dell’uomo.

L’invasione dell’Ucraina e la previsione di una guerra che possa durare a lungo fanno avvertire in modo ancora più urgente la necessità di una Costituzione della Terra per salvare l’umanità dal disastro. «Purtroppo questa guerra assurda è un’ennesima conferma della necessità e dell’urgenza di una rifondazione del patto di convivenza pacifica che fu stipulato nel 1945 con la Carta dell’Onu», aveva dichiarato Ferrajoli nell’intervista concessa a chi scrive dopo lo scoppio del conflitto. «La tutela dell’ambiente è un problema globale, che richiede risposte globali. Lo stesso si dica della pace, della riduzione delle disuguaglianze e della fame nel mondo, della tutela del lavoro contro precarizzazioni e dislocazioni, del dramma vergognoso dei migranti respinti a tutte le frontiere. Le proposte contenute nella bozza di Costituzione della Terra possono apparire utopie. In realtà sono proposte realistiche», continuava il filosofo del diritto, già allievo di Norberto Bobbio.

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha ragione: sono tutte tracce bellissime quelle scelte per il ritorno della prova scritta di Italiano all’esame di maturità dopo due anni di interruzione per il Covid. Soprattutto sono tracce che rivelano un filo conduttore di estrema attualità, quello dell’ecologia dell’uomo. Il testo di Ferrajoli rappresenta il coronamento di un percorso che ha l’apice nella proposta del discorso pronunciato da Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica 2021, l’8 ottobre scorso alla Camera in vista della Cop 26, la Conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici tenutasi a Glasgow. Finalmente il riscaldamento globale di origine antropica è al centro di una traccia della maturità. Il discorso di Parisi delinea lo scenario infausto, noto da tempo ma mai davvero affrontato, connettendolo alla responsabilità antropica: «Sono decenni che la scienza ci ha avvertiti che i comportamenti umani stanno mettendo le basi per un aumento vertiginoso della temperatura del nostro pianeta. Sfortunatamente, le azioni intraprese dai governi non sono state all’altezza di questa sfida e i risultati finora sono stati assolutamente modesti». Parisi ricorda come gli effetti della crisi climatica siano sotto gli occhi di tutti. Si vedono ormai ovunque ogni giorno, anche nel nostro territorio, passato da cinque mesi di siccità al caldo anomalo, alla crisi idrica. Tutto è connesso. Anche Parisi fa riferimento all’esperienza del Covid, che ha insegnato come non sia facile prendere misure efficaci in tempo. Ammonisce i politici ad assumersi le proprie responsabilità, come «guidatori» con i «fari» delle scienze. Lo scienziato non usa mezzi termini: bloccare le emissioni di gas serra, sviluppare risorse rinnovabili, scegliere con decisione il risparmio energetico. La minaccia dell’effetto serra è accompagnata da quella dell’esaurimento delle risorse naturali. Parisi avverte come un aumento della temperatura media globale di più di 2 gradi possa far entrare «in una terra incognita». Orizzonti tremendi, determinati per esempio dall’incendio di foreste colossali come quelle dell’Amazzonia. «Le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia», si legge nella Laudato si’. L’ecologia integrale di Papa Francesco non è citata esplicitamente in nessuna delle tracce, ma è un riferimento imprescindibile per tutti, credenti e no.

Il razzismo, «il virus che invece di sparire si nasconde», è il tema del testo di Liliana Segre da un altro libro dell’anno scorso, «La sola colpa di essere nati». La senatrice a vita racconta l’espulsione dalla scuola per le leggi razziali fasciste del 1938 con parole di straziante umanità, in cui sembra di sentire il tono della sua voce anche dalla sola lettura. Ecologia della persona umana, radicalmente negata dalla discriminazione razziale, che estirpa una bambina di otto anni dal suo ambiente naturale, la scuola. Anche la traccia sul testo di Vera Gheno e Bruno Mastroianni del 2018 sull’iperconnessione digitale richiama la necessaria ecologia umana, ovvero l’equilibrio da instaurare nel rapporto con le nuove tecnologie, che riconfigurano la nostra stessa identità. La traccia sulla musica da Oliver Sacks del 2010 evoca una cultura profondamente radicata nella natura umana ed essenziale per un’educazione compiuta.

Anche nelle tracce letterarie si può scorgere il filo conduttore ecologico. In modo evidente nella poesia «La via ferrata» di Giovanni Pascoli, che allude ai pericoli del progresso descrivendo la relazione tra il treno, i fili del telegrafo e il paesaggio circostante. «Nedda» di Giovanni Verga rimanda al tema degli ultimi e della loro aspra fatica del lavoro in una natura intensamente partecipe della sofferenza umana. La scelta di due autori classici della letteratura italiana, nati nell’Ottocento, con testi presenti nelle antologie, ha favorito gli allievi, visto che i programmi faticano ancora ad arrivare pienamente al Novecento. Così come può aver agevolato l’estrema attualità degli altri testi, su temi che i ragazzi non possono non sentire come propri. Una giusta ricompensa dopo oltre due anni di scuola resa più difficile e faticosa dalle necessarie misure anti-Covid. L’auspicio è che i giovani abbiano saputo cogliere l’opportunità.

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