Riutilizzo e riciclo
per evitare l’ingorgo

Circolari si diventa. Servono dedizione e impegno costante, ma ancor più le idee chiare sul fatto che un problema ambientale ha bisogno sempre di una visione d’insieme. Non si tratta solo di una questione tecnologica o infrastrutturale. Questo fondamento vale a maggior ragione per un argomento che nel nostro Paese ormai sale frequentemente alla ribalta, spesso superando i patri confini. I rifiuti fanno parlare e discutere, perché il consumo è la linea conduttrice del modello di crescita che ormai caratterizza la nostra economia e la nostra società.

E ancora una volta è importante comprendere che, più che modelli, esistono esperienze che aiutano a capire quale possa essere una visione d’insieme efficace. Nella nostra regione (il dato è del 2016 e proviene da Arpa Lombardia, come tutti i dati di riferimento del settore rifiuti su suolo lombardo) si supera ormai il 60% di raccolta differenziata e attorno a quel valore si attesta ormai la quantità di rifiuti che vengono avviati al recupero di materia. Se passiamo poi ai rifiuti speciali, quest’ultimo valore passa nettamente quota 80% (contro il valore nazionale del 65%). Una storia che nasce da una visione di insieme generata proprio dal bisogno di evitare una crisi che anche qui (era la metà degli Anni Novanta) si affacciava minacciosa. Da lì partì una storia di cultura del recupero, di nuova economia ambientale, di utilizzo dei rifiuti per produrre energia che si è poggiata su quella che è oggi considerata da molti la prima vera infrastruttura da sostenere: la consapevolezza sociale delle questioni ambientali. Da lì nascono i comportamenti.

Sui comportamenti si può costruire un sistema di infrastrutture (inceneritori compresi) che supporti efficacemente la trasformazione dei problemi in opportunità. E se stringiamo lo sguardo al nostro territorio, i numeri continuano a parlare, ricordandoci che i risultati devono spingere al costante miglioramento: nei 242 Comuni non manca mai la raccolta differenziata della plastica e di carta e cartone, in oltre il 70% è attiva la raccolta dell’organico e del vetro. E nella visione di insieme che produce progressivi miglioramenti, fondati rigorosamente sulla diffusa consapevolezza dei cittadini, proprio questa dinamica rende nel tempo meno necessario il ricorso al recupero di energia attraverso gli inceneritori. In Lombardia già nel 2010 ha iniziato a diminuire la quantità di recupero di energia ottenuta dall’incenerimento dei rifiuti prodotti, che hanno a loro volta cominciato a diminuire di quantità ed a essere differenziati con sempre migliore efficacia. Insomma, si diceva, circolari si diventa. E questo è il nuovo orizzonte verso cui dobbiamo rivolgere la nostra rinnovata consapevolezza di un futuro di qualità ambientale. I semi di questo nuovo raccolto sono tutti nella nuova normativa europea, che proprio l’economia circolare dei rifiuti ha come obiettivo: derivare il massimo valore da uso, riciclaggio e riutilizzo di materie prime, prodotti e rifiuti, per il loro intero ciclo di vita, ottenendo risparmi di energia e importanti riduzioni di emissioni di gas a effetto serra. E sono chiari molti degli strumenti per questa azione di consapevolezza. Il criterio fondamentale è favorire la reimmissione dei materiali riciclabili nel mercato, intervenendo sulle norme sui rifiuti per stabilire il momento opportuno in cui una materia prima secondaria (che prende sostanza proprio dal recupero, dal riuso e dal riciclaggio) non debba più essere considerata rifiuto. E certamente serve una nuova visione da parte di un mondo di scambi che ormai condiziona la nostra quotidianità: la spinta va sempre più verso l’innovazione ecosostenibile dei materiali per l’imballaggio delle crescenti quantità di prodotti che viaggiano verso le nostre abitazioni. Circolari si diventa, partendo da una infrastruttura il cui costo sta tutto in un investimento individuale: la consapevolezza individuale di essere tutti quanti produttori di qualità ambientale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA