Senza alcun progetto
i soldi del Mes non bastano
È già successo con Tav, Tap (a proposito: il cantiere è finito e gli ulivi sono tornati al loro posto), Ilva, Atlantia, ma qui è in gioco la vita delle persone. C’è il problema politico, perché contro il Mes sono schierati il principale partito di Governo e il principale di opposizione, ma riconoscere la gravità della pandemia 1 e 2 e poi non far nulla è una responsabilità pesante, che interpella nei due schieramenti innanzitutto la passività di Pd e Forza Italia. Stiamo parlando di rifiutare 36 miliardi circa, che con i bilanci ordinari non si potrebbe mai mettere insieme. Un nuovo debito, certo, ma con un costo irrisorio, 0,08% a 10 anni, e addirittura con un guadagno dello 0,07% se riusciamo a ripagarlo in sette anni. 5/6 miliardi di interessi risparmiati rispetto al normale autofinanziamento autarchico, pardon sovranista. Con la pandemia in ripresa esponenziale, ci sarebbe per 5Stelle e Lega una scusa buona per arrendersi all’emergenza, e non buttar via altro tempo prezioso (i soldi erano disponibili già quasi sei mesi fa, a tassi ancor più convenienti).
L’altra questione è che un progetto sulla nuova sanità è assolutamente urgente, ma nessuno se ne occupa. Senza questo, anche i miliardi del Mes non servono, anzi sono a rischio spreco. Eppure, c’è molto da fare per ripensare il sistema, mantenendo le luci che pur ci sono e illuminando le ombre emerse con la pandemia: modelli regionali che non hanno funzionato, sanità territoriale debole, mancanza del personale idoneo. Frammenti sparsi di una analisi, non ancora una seria valutazione di uno stress test che ha segnalato un fallimento. Progettare un nuovo Sistema sanitario nazionale alla luce della terribile esperienza fatta e in corso, dall’iniziale agghiacciante roulette delle terapie intensive fino alle code interminabili per un tampone delle ultime settimane, è certo impresa titanica. Ma nessuno ci pensa.
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