Un premio all’impegno dei nostri tanti comuni

ITALIA. Per una volta proviamo a mettere da parte i disfattismi, un certo qual scetticismo di maniera e gli atteggiamenti da «tutti contro tutti» che hanno subito cominciato a dilagare sui social appena comparsa la notizia della tradizionale classifica della Qualità della vita de Il Sole 24 Ore.

Puntuale e tradizionale come il panettone a Natale. Proviamoci e magari diciamoci tutti «bravi» almeno questa volta. Perché questo 5° posto è il frutto di una tradizione di buongoverno dei nostri Comuni, dal più piccolo al capoluogo. Come noto (anche se troppo spesso ce lo si dimentica infilando la questione nel solito tritacarne della contrapposizione politica) la classifica è redatta su base provinciale, quindi è un risultato da dividere per 243, naturalmente con i giusti pesi e contrappesi. È di tutta evidenza che il capoluogo ha un ruolo più che trainante e l’ha giocato bene, a maggior ragione in un anno caratterizzato da quella Capitale della Cultura (in tandem con Brescia) che i suoi effetti li ha prodotti, eccome. Poi tutto è migliorabile e perfettibile, ma un minimo di onestà intellettuale è sufficiente per dare un voto positivo a questo appuntamento che ha comunque avuto effetti benefici in molti del Comuni della provincia. O almeno in quelli che hanno accettato la sfida, e già questa è una vittoria.

Nella classifica del quotidiano economico (non è la sola, ma di gran lunga la più elaborata e prestigiosa) Bergamo raggiunge per la prima volta il 5° posto, il più alto in 34 edizioni. Rispetto alle rilevazioni precedenti (molti parametri sono aggiornati addirittura allo scorso novembre) guadagna ben 9 posizioni, torna nella top ten dopo decenni e si piazza pure nella parte alta della classifica. Davanti ci sono la sorpresa Udine che di posti ne guadagna addirittura 11 scalzando Bologna dalla vetta e facendola scendere al secondo posto: al terzo c’è Trento, habitué dei quartieri alti, che scala 2 posizioni come Aosta che si piazza al quarto e poi appunto Bergamo.

Il dettaglio delle singole posizioni classifica per classifica (il report è decisamente dettagliato e articolato) lo lasciamo agli approfondimenti di cronaca, ma una cosa va sottolineata da subito: la provincia di Bergamo è quella che conta il maggior numero di abitanti tra quelle della top five ed è seconda dietro Milano se consideriamo le prime 10. Il che rende comunque più complesso e articolato garantire livelli di qualità rispetto a realtà più contenute se non addirittura nel contesto di Regioni a Statuto speciale: ed è il caso di 3 delle prime 4 province, con l’eccezione di Bologna dove la qualità della vita è quasi una regola. Inoltre va ricordato come in termini di abitanti il peso del nostro capoluogo sia basso rispetto alla provincia intera, poco più del 10%: nel caso di Bologna siamo al 33 e in più ha pure lo status di città metropolitana.

Anche per questo il quinto posto è un risultato di tutti, dove ognuno ha fatto la propria parte e in proporzione. Ma all’interno delle singole voci ce n’è una che ci vede al vertice assoluto ed è quella che comprende l’ambiente e i servizi. Insieme. Se il primo è conseguenza (nel bene e nel male) di diversi fattori, da quelli meramente naturali agli insediamenti produttivi e via dicendo, il secondo è la cartina al tornasole di un buongoverno che da sempre è una cifra distintiva del nostro territorio.

Naturalmente come in ogni famiglia ci sono le eccezioni, ma in generale la qualità dei nostri amministratori è sempre stata più che buona, rafforzata da un impegno e una dedizione che spesso ne fanno quasi dei volontari con responsabilità ben superiori ai reali mezzi che hanno a disposizione. Questo quinto posto è tutto loro, un punto di partenza più che d’arrivo, perché spulciando nelle singole voci le sfide stimolanti non mancano: per esempio è sì vero che la Capitale della cultura ha avuto i suoi effetti in generale, ma al tirar delle somme nel ranking specifico siamo avanzati di una sola posizione raggiungendo la 26ª. Si riparte da qui, anzi si continua.

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