Aeroporto, ressa agli arrivi: solo il 25% ai varchi elettronici

ORIO. La maggior parte dei viaggiatori (senza passaporto con il microchip) in fila al controllo manuale. I totem biometrici saranno operativi in autunno.

Sono giorni caldi all’aeroporto di Orio al Serio per via del periodo festivo che sta portando decine di migliaia di persone a spostarsi da e verso Bergamo: chi si imbarca per trascorrere la fine dell’anno lontano dalla città e chi arriva perché residente altrove o via per lavoro per passare il Capodanno con i parenti e gli amici in città.

Motivo per cui anche lo scalo cittadino è caratterizzato da momenti di ressa, in particolare negli spazi destinati agli arrivi: alcuni passeggeri hanno segnalato che nei giorni scorsi – e in particolare nel tardo pomeriggio di giovedì, in un momento di grande affluenza in aeroporto – gli sportelli automatici per i controlli non erano operativi. «A Orio c’è il mondo – rileva un passeggero – e gli automatici sono fuori uso».

In realtà i sistemi per registrare il proprio ingresso in Italia sono differenti: il più diffuso è ancora quello che prevede il controllo manuale da parte di un operatore della polizia di frontiera per l’appunto in servizio agli sbarchi internazionali. Accanto è possibile utilizzare i cosiddetti «e-gate» o «varchi elettronici»: attualmente questo sistema è utilizzato da circa il 25% dei passeggeri in arrivo, ma è in crescita costante, in base all’incremento della diffusione del passaporto elettronico, dotato di microchip contenente la registrazione delle impronte digitali e l’immagine del viso.

Non solo. Un accordo nazionale dell’Italia ha previsto la possibilità di transitare dagli sbarchi europei anche ai cittadini provenienti da 10 Paesi non europei e che, di conseguenza, necessitano del controllo dei passaporti e del relativo timbro fisico: altro aspetto che può rallentare, in un periodo di sovraffollamento dello scalo, le procedure di sbarco. Gli Stati in questione sono: Stati Uniti, Giappone, Israele, Taiwan, Hong Kong, Canada, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito. Non sono ancora in funzione, invece, i cosiddetti totem per il rilevamento biometrico, già in parte piazzati nell’area degli arrivi dello scalo di Orio: per essere operativi si dovrà aspettare verosimilmente il prossimo autunno. Un ritardo non dovuto – è giusto precisarlo per dovere di cronaca – né alla società che gestisce lo scalo cittadino, né alla polizia di frontiera che avrà in uso questi totem.

L’entrata in funzione dei «kiosk», come si chiamano in gergo queste postazioni, viene prevista infatti a livello europeo, visto che questi apparecchi rileveranno i dati biometrici dei passeggeri in entrata nella Comunità europea: dati che saranno poi inseriti in un «fascicolo di permanenza» in Europa per tutti i passeggeri in ingresso negli Stati Schengen. Un iter che, a livello normativo, era partito nel 2016 e i cui regolamenti erano poi stati approvati, a livello internazionale, tra il 2018 e il 2019. Proprio questi regolamenti avevano introdotto l’obbligo da parte degli Stati di dotarsi di strumentazioni tra cui appunto questi «kiosk», che dovranno essere attivati tutti assieme e collegati ai server europei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA