Chiusa l’alternativa: viabilità nel caos in Valle Brembana

L’EMERGENZA. La frana a Clanezzo ha dirottato migliaia di veicoli sulla 470: anche un’ora per fare 10 chilometri. Ingorghi e incidenti al rondò di Arlecchino a Villa d’Almè.

Strade chiuse, code chilometriche, tempi di percorrenza da Zogno ad Almè e da Valbrembo ad Almè diventati ormai lunghissimi, proteste che invece corrono velocissime sul web. Da lunedì 17 novembre la viabilità della Bassa Valle Brembana, nei momenti di maggiore affluenza, la mattina e nel tardo pomeriggio-sera, è nel caos. Per ore. Una situazione - peraltro già critica - che si è venuta a ingigantire dalla serata di domenica 16, quando la caduta di alcuni massi sulla strada comunale che collega Ubiale e Clanezzo ha costretto il sindaco alla chiusura precauzionale. La settimana prossima è previsto un sopralluogo della Regione, con l’assessore al Territorio, Gianluca Comazzi.

La strada «alternativa»

La strada che collega Ubiale con la sua frazione di Clanezzo e da qui porta poi ad Almenno e all’Isola, è  via di comunicazione fondamentale per la valle, utilizzata da migliaia di pendolari come alternativa alla già trafficatissima statale 470. Strada comunale ma, di fatto, di interesse sovracomunale, poiché collega la media Valle Brembana con la Valle Imagna e l’Isola.

Rischio di caduta massi

Il successivo sopralluogo a cura del Comune di Ubiale Clanezzo ha evidenziato ulteriori rischi di caduta massi dal versante. Da qui la decisione di chiusura a tempo indeterminato, fino alla messa in sicurezza. Lo stop, però, ha inevitabilmente riversato sulla statale, dal viadotto di Sedrina a scendere, e da Valbrembo a salire, proprio quelle migliaia di automobilisti che usavano la «scorciatoia» di Ubiale. Il risultato sono code lunghissime fino alla tarda mattina in discesa e il caos nel tardo pomeriggio, durante il rientro: si parla di un’ora per fare anche solo dieci chilometri.

Anche due cantieri

Una situazione resa ancora più difficoltosa dalla concomitante chiusura di via Fratelli Calvi a Villa d’Almè, una strada comunale utilizzata da chi, dalla Val Brembana, deve immettersi sulla provinciale della Valle Imagna o verso la Briantea. In salita, invece, i rallentamenti sono dovuti anche a un cantiere della tranvia sulla 470 dir, ad Almè. Con la conseguenza che sulla rotatoria di Arlecchino (dove mercoledì 20 novembre si è verificato anche un incidente) convergono in poco tempo migliaia di veicoli: il traffico ad Almè è di 60mila mezzi al giorno.

Proteste sul web

Decine i messaggi di protesta e lamentela sul web: ci si domanda quando riaprirà la Ubiale-Clanezzo. «Abbiamo subito segnalato il problema alla Regione, mandando la solita scheda – dice il sindaco di Ubiale Clanezzo, Ersilio Gotti –. Le code e le proteste sono sotto gli occhi di tutti, ma né Regione, né Provincia, né Comunità montana per ora si sono fatte sentire. Il nostro Comune non ha fondi per mettere in sicurezza quella strada. Tutto il tratto compreso tra Bondo e Clanezzo necessita di un intervento complessivo: abbiamo progetti esecutivi per 4 milioni di euro. Da anni si interviene tamponando singole situazioni. Risolta una, i massi cadono pochi metri più avanti, dove non ci sono reti paramassi». 

«Diventi strada provinciale»

«Regione Lombardia, per la messa in sicurezza di alcuni tratti di quella strada, ha stanziato proprio recentemente 160mila euro, altri 150mila euro alcuni mesi fa  – spiega il consigliere regionale Jonathan Lobati, presidente della Commissione territorio –. Faremo comunque un sopralluogo, con l’assessore Comazzi. È evidente che si tratta di una strada a valenza sovraccomunale. Deve quindi esserci l’impegno politico affinché diventi provinciale». 

La strada è stata teatro, in più di un’occasione, di caduta massi e frane. Ormai non si contano più, negli anni, le chiusure

La nuova classificazione della strada tra Ubiale e Clanezzo (circa due chilometri) era già stata presa in considerazione ormai vent’anni fa. «Era il 2008 – dice il sindaco Ersilio Gotti – quando la Provincia approvò un piano di riclassificazione delle strade. Nell’elenco era compresa la nostra che doveva passare di competenza appunto provinciale. Poi nelle due successive delibere attuative del 2009 venne tolta. Ed è quindi sempre rimasta in capo a noi. In più di una occasione abbiamo chiesto che diventasse provinciale: non ci è mai stato detto di no, ma alla fine è sempre rimasta comunale». La strada è stata teatro, in più di un’occasione, di caduta massi e frane. Ormai non si contano più, negli anni, le chiusure (spesso anche per lavori), con conseguenti disagi degli abitanti delle frazioni di Bondo e Clanezzo, e dei pendolari.

«Valuteremo»

La Provincia oggi è «titolare» soltanto del tratto che collega l’inizio dell’abitato di Ubiale con la 470: proprio qui sono stati realizzati recenti interventi di allargamento e sistemazione dei guard-rail. «Il tema di acquisire la strada come provinciale può essere valutato – osserva il presidente Pasquale Gandolfi –, tenendo però presente che a quel punto diventerebbe di fatto, a tutti gli effetti, un’alternativa alla 470. Abbiamo altri Comuni, in altre zone, che chiedono il contrario, ovvero che le provinciali che attraversano i loro paesi passino ai municipi, per poter limitare il traffico». L’eventuale riclassificazione richiederebbe il consenso di tutti gli enti coinvolti, con un passaggio anche in Regione.

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