Era un medico il 60enne deceduto nell’auto carbonizzata a Brusaporto

IL DRAMMA. L’incidente lunedì lungo la statale 42: la vettura si è schiantata contro un tir, in fiamme entrambi i mezzi. Il dottor Francesco Randon identificato solo grazie a parte di telaio e targa: andava a Berzo da alcuni suoi pazienti.

Alle 13 aveva terminato il lavoro nel suo ambulatorio al «Condominio solidale» di Pontirolo Nuovo, dove lunedì aveva iniziato la sua settima settimana come medico di base. Due ore più tardi, mentre percorreva al volante della sua Ford Puma ibrida la statale 42 per raggiungere alcuni pazienti che aveva ancora tra Berzo San Fermo e Borgo di Terzo, dove pure aveva lavorato come medico di base, si è schiantato violentemente contro un autoarticolato. Nell’incidente, avvenuto alle 15 all’altezza di Brusaporto, la sua auto è andata completamente bruciata. E lui, Francesco Randon, medico padovano di 60 anni, è morto carbonizzato all’interno dell’abitacolo. In fiamme anche la cabina e buona parte del rimorchio del mezzo pesante: in questo caso l’autotrasportatore – Carlo Julita, 51 anni, di Cividate al Piano – è riuscito a scendere dall’abitacolo ed è rimasto illeso, benché sotto choc.

La testimonianza del camionista

«Dovevo effettuare una consegna di frutta e verdura a Lecco – racconta –: mi sono trovato davanti l’auto e ho fatto tutto il possibile per evitarla, ma lo spazio a disposizione era poco e sono finito contro il muro. La macchina non ha fatto nemmeno un metro di frenata. Mi è venuta addosso diretta e ha preso fuoco subito, mentre il mio camion dopo. Sono riuscito a uscire dalla cabina ma non ho visto chi c’era nell’abitacolo. I vetri erano scuri per l’incendio. Certe cose non dovrebbero succedere: mi dispiace tantissimo».

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L’identificazione del deceduto

La polizia stradale ha dovuto poi lavorare a lungo per identificare l’automobilista, visto appunto che l’incendio l’aveva carbonizzato assieme ai documenti e allo smartphone. Soltanto in serata gli è stato dato un nome, appunto quello del dottor Randon, cui gli agenti della Stradale sono arrivati incrociando il modello dell’auto, parte della targa e parte del telaio. Francesco Randon era nato il 10 ottobre del 1962 ed ancora iscritto all’anagrafe di Padova, ma da qualche settimana era domiciliato a Fara Gera d’Adda: dal 29 maggio era infatti medico di base titolare dell’ambito di Canonica e Pontirolo, con lo studio in quest’ultimo paese. Nella città d’origine lascia moglie e una figlia.

Resta da capire la causa del violentissimo schianto: forse un malore o una distrazione di Randon. Sull’asfalto non sarebbero stati trovati segni di frenata. Il fatto che, dopo l’impatto, il medico sia rimasto nell’abitacolo fa pensare che era privo di conoscenza, non si sa se come conseguenza appunto di un malore o dell’impatto. In ogni caso, nel giro di qualche istante – a detta dei testimoni – la vettura è stata avvolta dalle fiamme.

Incidente di Brusaporto auto e camion in fiamme, l’intervento dei Vigili de Fuoco.

Le ripercussioni sulla viabilità

L’incidente è avvenuto al confine con Seriate e Albano attorno alle 15, poco prima dello svincolo che porta verso la galleria Montenegrone. L’incendio della vettura e poi del mezzo pesante ha generato una colonna di fumo nero visibile anche distanza di alcuni chilometri. Pesantissime le ricadute anche sulla viabilità, per tutto il pomeriggio e fino a ieri sera, visto che la strada è rimasta chiusa per la rimozione dei veicoli e la bonifica dell’area, nel tratto tra l’Iper di Seriate e lo svincolo del Bennet di Albano. Disagi in tutta la zona e anche nei paesi dell’hinterland, da Scanzorosciate a Zanica. La corsia verso Lovere è stata riaperta al traffico poco prima delle 22, mentre la corsia opposta, fortemente compromessa in seguito all’incidente, è stata chiusa dall’Anas per l’asfalto molto danneggiato. Oggi si capirà quando verrà riaperta.

L’incidente di Brusaporto in cui ha perso la vita un uomo rimasto carbonizzato all’interno del veicolo. Video di Matteo Gavazzeni

Al vaglio la dinamica dell’incidente

Quanto alla dinamica, il tir era proveniente da Lovere e trasportava un carico di frutta e verdura, mentre la Ford Puma del dottor Randon arrivava dalla direzione opposta. Il fuoco è divampato dall’auto e ha poi carbonizzato entrambi i mezzi. Anche la targa della Ford è stata danneggiata ed era parzialmente leggibile, così come il numero del telaio. Due elementi che hanno consentito l’identificazione dei poveri resti del conducente. Sul posto è intervenuto il personale del 118 con un’automedica da Bergamo e un’ambulanza della Croce rossa di Seriate. I vigili del fuoco sono giunti con mezzi del comando di Bergamo, del distaccamento di Dalmine e i volontari di Gazzaniga e Romano di Lombardia. Il fumo nero e acre ha invaso tutta la zona per oltre un’ora. La Stradale ha eseguito i rilievi, mentre le polizie locali dell’Unione dei Colli e di Seriate e i carabinieri di Seriate si sono occupati della viabilità. I mezzi sono stati posti sotto sequestro, mentre i resti di Randon sono stati portati all’obitorio del Papa Giovanni XXIII, dove sarà eseguita l’autopsia.

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