Etna: nube eruttiva alta chilometri, crolla parte del cratere. Allerta per i voli aerei

IL CROLLO. Il tremore vulcanico ha raggiunto valori molto alti. L’attività è concentrata nella zona sommitale del vulcano attivo più grande d’Europa. Sui social i video di escursionisti e visitatori in fuga. Al momento i voli sono regolari.

Una consistente e alta, almeno alcuni chilometri, nube eruttiva sovrasta l’Etna. A provocarla, secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia osservatorio etneo di Catania sarebbe stato un flusso piroclastico probabilmente prodotto da un collasso di materiale del fianco settentrionale del cratere di Sud-Est. Il materiale caldo, da osservazioni preliminari, sembra non avere oltrepassato l’orlo della Valle del Leone. Contestualmente, l’attività esplosiva dal cratere di Sud-Est è passata a fontana di lava. Il tremore vulcanico ha raggiunto valori molto alti.

Ripercussioni sui voli

Così l’Etna si è risvegliato nella giornata del 2 giugno e potrebbe dare presto problemi al traffico aereo nello scalo di Catania dove è stato alzato il livello di allerta. Anche se al momento il traffico aereo verso Orio al Serio risulta regolare.

Nelle scorse ore è stata segnalata la ricaduta di cenere fine in località Piano Vetore. L’attività alimenta un piccolo trabocco lavico dal bordo meridionale del Cratere di Sud-Est e una modesta colata lavica in direzione della Valle del Bove.

Il modello previsionale indica che una nube eruttiva prodotta dall’attività in corso si disperderebbe in direzione ovest-sud-ovest. Dal punto di vista sismico i valori dell’ampiezza del tremore sono attualmente elevati con tendenza ad ulteriore aumento. La localizzazione del centroide (punto di origine di un’attività vulcanica) delle sorgenti del tremore ricade nell’area del Cratere di Sud-Est ad una quota di circa 2800 m sopra il livello del mare.

L’attività infrasonica risulta elevata sia per quanto riguarda il tasso di accadimento che per l’energia degli eventi che sono localizzati in corrispondenza del Cratere di Sud Est. Per quanto riguarda le deformazioni del suolo, si osserva una variazione di strain alla stazione DRUV di circa 25 nanostrain. Le altre reti di monitoraggio delle deformazioni non mostrano variazioni significative.

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