Il 17enne jihadista arrestato: nelle chat progettava un attentato a Ponteranica

TORRE BOLDONE. Il ragazzo, originario del Camerun, deve rispondere di attività di proselitismo e propaganda dell’Is.

Secondo le accuse avrebbe fatto opera di proselitismo e propaganda dello Stato Islamico mettendosi a disposizione dell’organizzazione per la realizzazione di attentati nella nostra provincia e all’estero.

Fermato dalla Digos

Quel che è certo è che il giovane, 17 anni (ne compirà 18 a Ferragosto) nato in Camerun ma cittadino italiano, da anni a Torre Boldone con la mamma, diplomato in una scuola privata internazionale, venerdì è stato sottoposto a fermo, eseguito dagli agenti della Digos di Bergamo, Brescia e dall’Antiterrorismo, con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo, addestramento, apologia e istigazione a delinquere aggravate. Il fermo è stato disposto dalla Procura dei Minori di Brescia ed è stato convalidato lunedì dal gip del Tribunale per i minori: ora è in un carcere minorile. L’avvocato Gabriele Pellicioli aveva chiesto misure non custodiali: liberazione, prescrizioni o permanenza in casa. Gli agenti hanno cominciato a tenerlo d’occhio dopo il suo rapido processo di radicalizzazione violenta e la pubblicazione sui social di video di propaganda jihadista riconducibili all’Is: le indagini, svolte anche con i contribuiti dell’Intelligence e delle forze di polizia straniere, hanno fatto emergere l’appartenenza del ragazzo ad una rete di giovani internauti sostenitori del Daesh in tutto il mondo. È stato possibile ricostruire che tra luglio e settembre 2021, quando aveva 15 anni, ha pronunciato il giuramento di fedeltà allo Stato Islamico e al Califfo. Da lì si sarebbe messo a disposizione per arruolare altri seguaci, fare propaganda, finanziare operazioni terroristiche.

Le conferenze online

Si addestrava partecipando a seminari e conferenze online del predicatore pakistano britannico Anjem Choudary e procurandosi documenti e filmati sull’Islam radicale prodotti da Choudary e da Anwar Al Awlaqi, ucciso nel 2011 ma ispiratore di numerosi terroristi, come gli autori della strage di Charlie Hebdo e della maratona di Boston. A casa del 17enne sono stati sequestrati numerosissimi file con foto e reportage di operazioni belliche ed esecuzioni di prigionieri dell’Is, foto e video con le istruzioni per la realizzazione in casa, con cellulari e batterie, di ordigni esplosivi e incendiari. Era amministratore di chat su Telegram e Discord attraverso cui coordinava le proprie iniziative e svolgeva attività di proselitismo, esortando gli altri giovani internauti a passare all’azione. E lui, secondo le accuse, aveva intenzione di passare all’azione con un attentato incendiario a Ponteranica: aveva una cartina con tre croci segnate, sul traliccio della Maresana, sull’eliporto del Pighet e su una zona boschiva. Comunicando via Telegram con Mohamed Amine Assal, 18 anni, canadese arrestato per terrorismo il 23 marzo scorso, spiegava di voler mettere a disposizione della causa il suo patrimonio familiare. In un altro gruppo si diceva pronto a visitare quest’estate le zone dell’Africa occidentale controllate dall’Is e parlava di conquistare Roma e la Casa Bianca, di una guerra contro tutti i miscredenti meritevoli di essere giustiziati, sottoposti ai lavori forzati, con le donne diventate cameriere e concubine e i figli servitori del tawhid.

Da informazioni ricevute dalla cerchia familiare, si tratta di un ragazzo con una profonda conoscenza della storia dell’Islam, che si è lasciato prendere da una deriva senza connotazione ideologica fondamentalista. Quelle chat in cui condivideva video per realizzare in casa ordigni esplosivi e inneggiava all’Isis sarebbero state solo parole in libertà, non seguite da alcun atto operativo, dettate anche dalla rabbia perché si sentiva vittima di razzismo. Solo parole, nessun contatto e nulla di concreto. «Il quadro che sta emergendo non corrisponde alla realtà dei fatti - si limita a commentare il difensore -. Bisogna tutelare la segretezza delle indagini in corso, a maggior ragione visto che è interessato un minore, il quale renderà la propria versione, certo di chiarire tutti i dubbi».

Il presidente del Senato Maurizio Gasparri si congratula con le forze dell’ordine e invita a «tenere alta la guardia» mentre il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Michele Schiavi aggiunge che «è necessario lavorare di più sotto l’aspetto educativo nei confronti di ragazzi e ragazze minori».

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