«Insieme per produrre energia pulita», Torre Boldone apripista in Bergamasca

La novità.Il Comune è il primo della nostra provincia con un progetto di Comunità energetica rinnovabile. Pannelli solari o impianti fotovoltaici condivisi da cittadini o gruppi per abbattere costi ed emissioni di CO2.

Il progetto di Comunità energetica rinnovabile (Cer) previsto nel comune di Torre Boldone «consiste in 18 unità abitative, per 1,5 Kwp di potenza in media, proveniente da fonti energetiche rinnovabili, con ciascuna unità che è produttrice e consumatrice dell’energia prodotta, dal un consumo unitario medio annuo stimato di 6.500 Kw, cui si aggiunge un consumo per le parti condominiali (serre fotovoltaiche e autoconsumo per le aree comuni più tre ascensori) per un impiego stimato di energia di 5.000 Kw. Si tratta di un complesso di immobili di nuova realizzazione, interamente alimentato da energia elettrica prodotta da 90 Kwp di pannelli fotovoltaici e 200 Kwp di sistemi di accumulo, che rendono gli edifici completamente autonomi dal punto di vista energetico».

È Luca Pietro Savi, legale della «Lalus gestioni immobiliari», a delineare i contenuti del progetto della prima Cer della Bergamasca, che si aggiunge alle 13 sperimentali attivate in Italia. Un avvio pionieristico, quello bergamasco, che apre la strada alla transizione energetica sotto forma di realtà (quali i condomìni) che scelgono di alimentare le proprie utenze con energia pulita, autoprodotta e condivisa. Sì, perché alla base della scelta c’è proprio la condivisione dell’energia i partecipanti (uno o più condomìni), la possibilità di ridurre i costi in bolletta e di contribuire allo sviluppo di reti energetiche sostenibili, con l’opportunità inoltre di poter accedere agli incentivi previsti per le Cer.

«Il tema del risparmio energetico è ormai di stretta attualità – osserva Claudia Terzi, assessore alle Infrastrutture di Regione Lombardia – e avviare passi concreti sulle fonti energetiche alternative verso la transizione ecologica e di estrema importanza. La Regione contribuisce alla realizzazione di strumenti, anche economici, per la diffusione delle Cer».

«La Cer – ricorda Laura Capelli, presidente della sezione di Bergamo dell’Unione nazionale amministratori di immobili (Unai), durante il convegno sulle Comunità energetiche tenutosi ieri alla Sala Mosaico della Camera di commercio – è qualsiasi iniziativa orientata alla produzione di energia da fonti rinnovabili di proprietà dei cittadini o sulla quale i cittadini esercitano controllo significativo». Due le direttive Ue (Rinnovabili 2018/2021 Red II e 944/2019 Iem) che spingono – insieme al decreto Milleproroghe 164/2019, in attesa dei decreti attuativi – verso l’impiego di energie rinnovabili anche a livello domestico «per produrre energia, utilizzarla per l’autoconsumo e anche venderla se in surplus». Un concetto di «chilometro zero» che vale anche per l’elettricità. «Nell’Ue le Cer sono diffuse soprattutto nel Nord Europa”, precisa Capelli, e da noi potrebbero contribuire all’obiettivo «del raggiungimento entro il 2030 in Italia del 30% della produzione di energia da fonti rinnovabili».

Le Cer in pratica sono associazioni tra cittadini (ma anche amministrazioni locali, attività commerciali e/o piccole medie imprese) che nascono per produrre e condividere energia rinnovabile, in modo da abbattere i costi e ridurre le emissioni di anidride carbonica e lo spreco energetico. Chi ne fa parte può dotarsi di uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili (pannelli solari, impianti fotovoltaici, ecc.). Anche gli abitanti di uno stesso quartiere possono formarne una, se lo desiderano. L’importante è che «si trovino sulla rete di bassa tensione sottesa alla medesima cabina secondaria MT/BT», ricorda Savi.

Oltre al risparmio energetico, sono previsti contributi per la realizzazione delle Cer, tra cui la restituzione di alcune componenti tariffarie secondo una logica di remunerazione degli oneri di rete, un incentivo sull’energia condivisa stabilito dal ministero dello Sviluppo economico, la remunerazione dell’energia immessa in rete da ciascun impianto (esclusa quindi quella auto consumata fisicamente) al prezzo zonale orario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA