Pedrengo, martedì l’interrogatorio della mamma arrestata. I post sui social: «I miei figli tenuti come gioielli»

LA TRAGEDIA. Martedì 7 novembre l’interrogatorio della ventisettenne arrestata con l’accusa di aver ucciso i due figli. La donna aveva affidato ai social i suoi pensieri. Sconvolti i vicini. Mattia era stato ricoverato a due settimane di vita. Il compagno: non capirete mai cosa provo.

«Sono mamma di due splendidi bimbi, Alice e Mattia, forse troppo perfetti per rimanere sulla Terra, sicuramente divenuti stelline troppo presto». Stridono decisamente, a rileggerle oggi, le parole scritte da Monia Bortolotti il 1° febbraio scorso, quando ancora non era indagata per l’infanticidio dei due suoi figli, né erano arrivati gli esiti dell’autopsia sul corpicino di Mattia e tantomeno era stata ancora riesumata la piccola Alice.

I post sui social

La ventisettenne di Pedrengo arrestata sabato mattina a casa di suo padre a Gazzaniga affidava quelli che ora appaiono come tentativi a priori di difendersi dalle accuse a un gruppo Facebook che raccoglie le drammatiche testimonianze di mamme i cui figli sono rimasti vittime della cosiddetta «morte in culla». I post di Monia, che molti chiamano Mia, sono tre: dopo il primo dell’1 febbraio, ne seguono altri due, il 30 agosto, quand’è ormai già indagata a piede libero da cinque mesi, e l’ultimo del 13 ottobre, solo una ventina di giorni prima dell’arresto. Nel secondo scrive: «Per me amare significa stare accanto a qualcuno nella buona e nella cattiva sorte, ma non tutti sono capaci o disposti a questo». Nell’ultimo: «Ho sempre detto che non sarei riuscita a sopravvivere se anche il mio secondo bimbo mi avesse lasciato... Ed era vero, vado avanti solo per proteggere l’amore immenso che provo per i miei bimbi dalle accuse della Procura, perché i miei bimbi erano tenuti come gioielli, erano perfetti, erano la gioia che cercavo da una vita. Avendo avuto una mamma aggressiva psicologicamente, non riesco a concepire nemmeno la violenza verbale, tanto meno quella fisica, su nessun essere vivente, tanto meno i miei bambini!».

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I rapporti con il compagno si erano logorati a partire dalla morte di Mattia: tuttavia la donna aveva continuato a vivere ancora nella casa di lui, in via Falcone e Borsellino a Pedrengo, teatro dei due infanticidi, ancora per diversi mesi dopo l’iscrizione nel registro degli indagati e appunto fino a circa due mesi fa, quando era tornata a Gazzaniga dal padre. Il legale della donna, l’avvocato Luca Bosisio, non ha voluto rilasciare dichiarazioni circa la linea difensiva che la sua assistita vorrà adottare. È verosimile ipotizzare, però, che voglia continuare sul solco già tracciato nei post su Facebook e pure nei colloqui con gli inquirenti durante le ultime fasi dell’indagine, quand’era sempre parsa «lucida, ben orientata, con grande capacità di linguaggio, razionalizzazione e freddezza, caratteristiche palesate, tra l’altro, nell’organizzazione della propria difesa, dopo aver scoperto di essere sospettata dei due infanticidi», come scritto dagli stessi carabinieri. Domattina, 7 novembre, Monia Bortolotti sarà interrogata in carcere dal gip Federica Gaudino. Proprio da uno dei suoi racconti sui social emerge anche un primo ricovero di Mattia, a sole due settimane di vita. Un ricovero che lei riconduceva a un caso di «apnea durante una poppata». Per gli inquirenti potrebbe essere invece stato un primo tentativo di uccidere il secondogenito.

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Sui social la donna riconduceva le due morti ad altrettante fatalità accidentali. Il compagno, 52 anni, ieri era tornato nell’abitazione del residence «Il Gelso» dove vive da trent’anni, gli ultimi cinque, e fino a inizio settembre di quest’anno, assieme a Monia: «Non capirete mai cosa provo io», si limita a rispondere al citofono.

I vicini di casa e del quartiere residenziale di Pedrengo sono ancora tutti sconvolti e pochi parlano: «Lui è molto riservato, mentre lei sembrava serena quando si vedeva con i figli. Dopo le due morti sembrava più sconvolto lui di lei», confida una donna. Monia Bortolotti ha trascorso la prima notte in carcere, apparendo comunque serena. Oggi, 6 novembre, incontrerà il gip Federica Gaudino, che ha firmato l’ordinanza con la quale l’altra mattina si sono aperte per lei le porte del carcere. Secondo le indagini condotte dai carabinieri della Sezione operativa della compagnia di Bergamo, coordinati dal sostituto procuratore Maria Esposito, Monia Bortolotti è infatti accusata di duplice infanticidio per la morte dei due figli di 4 e 2 mesi di età: Alice il 15 novembre 2021 e Mattia il 25 ottobre 2022.

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