Allo studio la «Pig brig» per catturare i cinghiali

IL PROGETTO. Ispra sta studiando nuovi sistemi di cattura dei cinghiali, più efficaci per contribuire a contrastare la peste suina africana.

Il progetto, coordinato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e realizzato in collaborazione con l’Ispra e l’Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese, prevede la sperimentazione di una trappola innovativa denominata «Pig brig» e la successiva comparazione, in termini di efficienza e praticità di utilizzo, con le metodologie di cattura attualmente in uso. Scopo del progetto è quello di valutare la capacità di cattura della «Pig brig» la maneggevolezza e la versatilità rispetto alle condizioni locali, la possibilità di garantire le indispensabili condizioni di biosicurezza, il personale necessario, i costi di impiego. Negli scorsi mesi il personale di Ispra ha testato, presso la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, la funzionalità delle «Pig brig» nel corso di un’attività dimostrativa svolta alla presenza degli ideatori della trappola. Gli esiti del test sono stati entusiasmanti, dimostrando la grande praticità e flessibilità di utilizzo di queste trappole, già brevettate negli Stati Uniti, in Australia e in Canada.

La trappola «Pig brig» è costituita da una rete di nylon a maglia quadrata, di forma circolare, sostenuta da alberi e/o paletti e parzialmente ancorata al terreno tramite picchetti. Questa tipologia di trappola è stata ideata appositamente per ottimizzare le catture di cinghiale in qualunque situazione ambientale. L’animale riesce ad accedere all’area recintata dalla rete ma non riesce più a uscire.

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