Arte inclusiva all’Oratorio di Calvenzano grazie a tutti e cinque i sensi

IL PROGETTO. Si chiama «Pombioli Augmented Experience». Così l’Oratorio di Calvenzano e gli affreschi del Pombioli sono diventati accessibili e multisensoriali.

È stato inaugurato sabato 31 maggio il progetto di valorizzazione «Pombioli Augmented Experience. Per un’arte multimodale e inclusiva» nell’Oratorio della Beata Vergine Assunta, preziosa chiesa rurale della Bassa Bergamasca. L’iniziativa, promossa dalla parrocchia di Calvenzano, che fa capo alla Diocesi di Cremona, ha ottenuto un contributo di 10mila euro grazie al programma «I Luoghi del Cuore» di Fai, il Fondo ambiente italiano, e Intesa Sanpaolo.

Così l’arte diventa fruibile da tutti

Tra le novità un modellino tattile, tavolette in rilievo raffiguranti sei scene degli affreschi seicenteschi di Tommaso Pombioli, profumatori olfattivi e video-narrazioni accessibili in Lis e sottotitolate.

Il progetto punta a rendere l’arte fruibile da tutti attraverso percorsi inclusivi, adatti anche a persone con disabilità sensoriali, cognitive o intellettive.

Tra le novità ci sono un modellino tattile, tavolette in rilievo raffiguranti sei scene degli affreschi seicenteschi di Tommaso Pombioli, profumatori olfattivi e video-narrazioni accessibili in Lis e sottotitolate, attivabili tramite Qr code e tag Nfc. Un’esperienza che coinvolge tutti e cinque i sensi e offre nuove modalità di accesso al patrimonio.

Un percorso avviato nel 2020

Il progetto è il frutto di un percorso partecipato: già nel 2020 l’Oratorio era stato protagonista del censimento Fai con 2.500 voti. Nel 2022, grazie all’impegno del comitato «Alpini per la Chiesetta di Calvenzano» e al coinvolgimento della comunità, si sono raccolte 6.978 firme in occasione dell’undicesima edizione del censimento.

«Oggi accessibile a tutti grazie alla forza di una comunità e alla visione di un patrimonio davvero inclusivo»

Scrigno d’arte e fede, l’Oratorio conserva affreschi che narrano la vita di Maria, le Sante intercessorie e le profezie antiche. Una «piccola Cappella Sistina della civiltà contadina – come la definisce il Fai –, oggi accessibile a tutti grazie alla forza di una comunità e alla visione di un patrimonio davvero inclusivo». Al termine dell’inaugurazione, i volontari del Gruppo Fai della Bassa Bergamasca hanno accompagnato i primissimi fruitori delle nuove modalità di visita inclusiva e i numerosi curiosi di vedere i risultati dell’intervento.

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