Biometano, sì all’impianto a Brignano. È polemica su tempi e ricadute

IL CASO. Lavori già iniziati a luglio, lunedì 16 settembre in Consiglio il via libera alla costruzione. L’opera supera i 12 milioni, in cambio 15mila euro l’anno e la sistemazione di un parco giochi.

Brignano

In una seduta fiume durata fino a tarda notte, il Consiglio comunale di Brignano Gera d’Adda lunedì 15 settembre ha dato il via libera alla costruzione dell’impianto di biometano in via Spirano. Lo ha fatto approvando la convenzione che stabilisce diritti e doveri fra le parti coinvolte ossia il Comune e la società agricola consortile Gran Metano, composta da quattro società agricole del paese e da due società cooperative nazionali, che produrrà biometano per il Gruppo Granarolo.

I lavori sono già iniziati

In realtà i lavori per la realizzazione dell’impianto, della superficie di 50mila metri quadrati e potenza di 250 metri cubi l’ora, sono già iniziati a luglio. E il Comune ancora prima, a gennaio, aveva rilasciato il relativo permesso di costruire convenzionato al termine di una procedura autorizzativa in capo alla Regione. Nulla di strano per il sindaco Marco Bonardi: «La società – ha spiegato il primo cittadino – andava di fretta per non perdere il contributo del Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza). Noi abbiamo dato risposta favorevole alla loro istanza sapendo poi benissimo che la convenzione sarebbe stata firmata. Ringraziamo quindi il privato per aver mantenuto la parola».

Polemiche dalla minoranza

Invece proprio il fatto che si sia arrivati in Consiglio 8 mesi dopo, ha suscitato le pesanti critiche della minoranza «Brignano al centro». Il consigliere ed ex sindaca Beatrice Bolandrini ha accusato la maggioranza di «Brignano che cambia» e il rappresentante della società Gran Metano intervenuto al Consiglio comunale, Gabriele Lanfredi, di aver voluto tenere sotto traccia il progetto: «Come mai – ha sostenuto – sull’operazione non c’è mai stato fino ad ora un atto di evidenza pubblica e, in otto mesi, non avete mai pensato di organizzare un’assemblea pubblica per spiegare ai brignanesi cosa sarebbe stato costruito sul loro territorio?». L’aver rimandato così tanto l’approvazione della convenzione per la minoranza ha inoltre ridotto il potere di contrattazione dell’amministrazione che, secondo «Brignano al centro», ha ottenuto poco come contropartita.

Le misure di compensazione

L’impianto comporterà un investimento fra i 12 e i 13 milioni di euro. In cambio del via libera della sua costruzione il Comune ha ottenuto un contributo annuo di 15mila euro (per 15 anni pari alla durata della convenzione) e, come si legge nel testo approvato, «la sistemazione e adeguamento del parco giochi sito in via Madonna dei campi». Ciò però per il primo cittadino è più di quanto il Comune avrebbe potuto ottenere. Come riportato infatti sulla convenzione letta da Bonardi in Consiglio comunale, la norma prevede che per «l’attività di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non è dovuto alcun corrispettivo monetario in favore dei Comuni» e che, le eventuali misure di compensazione «non possono essere superiori al 3% dei proventi derivanti dalla valorizzazione dell’energia prodotta annualmente».

Il dibattito sui liquami

Altro tema molto dibattuto, chi potrà conferire liquami all’impianto di biometano. Non saranno solo le quattro aziende agricole brignanesi nella società Gran Metano. A quanto sostenuto da Lanfredi potranno «conferire le società agricole nell’arco di 10 chilometri dall’impianto che sono una decina. Comunque sia, non potrà mai essere superata la potenza di 250 metri cubi l’ora». Il timore di «Brignano al centro» è, però, che il numero dei conferenti possa aumentare in futuro. La sua richiesta, non però accettata dal privato, è stata infatti quella di inserire il limite di 10 chilometri nella convenzione che, alla fine, è stata approvata con i voti favorevoli della maggioranza «Brignano che cambia» e quello contrario di «PrimaVera civica». La minoranza «Brignano al centro» è uscita dall’aula non votando e sta valutando di impugnare di fronte alle autorità competenti la deliberazione consiliare.

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