Come è cambiato il volontariato? Questionario per capire meglio

LO STUDIO. Dopo la mappatura delle associazioni, si procede ora con un’analisi ai raggi X dei vari tipi di impegno sociale, per aiutare le organizzazioni ad essere più attrattive.

È passato ormai quasi un anno da quando CSV Bergamo, Diocesi di Bergamo, Fondazione della Comunità Bergamasca, Provincia di Bergamo e Università degli Studi di Bergamo hanno siglato il protocollo d’intesa triennale per la realizzazione di un percorso comune di ricerca e analisi sul fenomeno del volontariato in Bergamasca.

«La collaborazione tra questi cinque soggetti rappresenta un valore fondamentale per l’intero progetto – racconta la professoressa Mariafrancesca Sicilia, coordinatrice del Comitato scientifico che guida il progetto –. Il lavoro congiunto permette di integrare la dimensione della ricerca accademica con la conoscenza diretta del territorio, il radicamento nelle comunità locali e la capacità di attivare reti. Queste sinergie sono importanti perché rafforzano la coesione tra istituzioni e organizzazioni del territorio, contribuendo a creare valore condiviso».

Un lavoro che mira a garantire un monitoraggio costante sulla situazione del volontariato in Bergamasca e che ora lancia il primo questionario di indagine rivolto a tutti i volontari e le volontarie della provincia, sia quelli che fanno parte di un’organizzazione strutturata che quelli impegnati in forma di volontariato differenti. Le attività saranno coordinate da un gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Bergamo.

L’obiettivo dell’indagine

Questa prima indagine (che fa seguito alla mappatura realizzata da CSV Bergamo, Provincia di Bergamo e Università nel 2022 in occasione di Bergamo Capitale Italiana del Volontariato) ha l’obiettivo di analizzare le diverse forme di partecipazione, mettendo a fuoco le motivazioni, i valori personali, la percezione del supporto offerto dalle organizzazioni e il livello di soddisfazione associato all’esperienza.

Lo studio intende approfondire il fenomeno della stabilizzazione dei volontari, con particolare attenzione alle condizioni che facilitano o ostacolano un impegno continuativo nel tempo. «Abbiamo scelto di indagare le dinamiche dell’impegno volontario perché oggi più che mai emerge la necessità di comprendere come rendere questo impegno più stabile e continuativo nel tempo – spiega Sicilia –. In un contesto in cui le sfide sociali si moltiplicano tra invecchiamento demografico, nuove fragilità, crisi sanitarie ed economiche, il volontariato rappresenta una risorsa essenziale per il benessere delle comunità. Tuttavia, assistiamo sempre più a forme di partecipazione saltuarie o discontinue. Perciò l’indagine andrà a indagare quali sono i fattori che possono facilitare una partecipazione più attiva dei volontari».

Come è strutturato il questionario

Il questionario è strutturato per identificare diverse tipologie di volontari, sulla base di criteri quali la frequenza dell’impegno, la continuità nel tempo e le motivazioni alla base della partecipazione. A ciascuna tipologia corrisponde un percorso di domande specifico, pensato per restituire una fotografia articolata e approfondita del panorama del volontariato locale.

A partire dalla prossima settimana il questionario sarà disponibile sui siti internet di tutti i cinque soggetti promotori; saranno invitate a compilarlo tutte le persone che hanno fatto o stanno facendo volontariato, nelle forme e nei modi più variegati.

Strumenti utili per attrarre e trattenere volontari

Il questionario sarà diffuso attraverso i canali di comunicazione dei partner del progetto e delle organizzazioni di volontariato locali. Un primo momento di restituzione dei risultati preliminari è previsto per l’autunno, in occasione degli Stati Generali del Volontariato Bergamasco 2025. «Attraverso l’indagine raccoglieremo informazioni preziose per comprendere meglio il vissuto dei volontari nella provincia di Bergamo: cosa li spinge a impegnarsi, cosa li trattiene o li fa allontanare, come percepiscono il supporto ricevuto e quanto sono soddisfatti della loro esperienza – conclude Sicilia –. Questi dati ci permetteranno di restituire alle organizzazioni strumenti utili per rafforzare la capacità di attrarre e trattenere i volontari nel tempo, nel contempo offriranno degli spunti di riflessione per far evolvere le politiche e le pratiche di valorizzazione dell’impegno volontario».

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