Ex Principe di Napoli, entro fine marzo i lavori di recupero

L’INTERVENTO. Via libera al progetto da 3,6 milioni. Nel complesso di via Pignolo a Bergamo previsti alloggi, negozi, spazi pubblici e un’opera di Mastrovito. Il cantiere durerà due anni.

Partirà nel giro di due mesi il cantiere destinato a far rinascere l’ex Principe di Napoli, palazzo storico nel cuore di via Pignolo. Un tempo sede di un asilo, chiuso però negli Anni Novanta, l’edificio è da decenni abbandonato nell’incuria e nel degrado, ma entro il 2026 cambierà aspetto per diventare un contenitore per più di una funzione, dagli alloggi in housing sociale ai negozi fino agli spazi per le realtà di quartiere.

Dopo diverse ipotesi di riutilizzo passate sul tavolo del Comune, compresa la vendita, l’accordo con «Ferretti Casa», gruppo che realizzerà i lavori come extra onere legato all’operazione urbanistica del piano Parco Ovest 2 tra il Villaggio degli Sposi e San Tomaso, ha infatti consentito di sbloccare l’iter dell’immobile, che nei prossimi due anni sarà oggetto di un profondo intervento di restauro e rifunzionalizzazione studiato insieme alla Soprintendenza.

Via libera dalla Giunta

«Abbiamo approvato il progetto definitivo in Giunta, a breve verrà rilasciato il permesso di costruire ed entro fine marzo partiranno i lavori», spiega l’assessore alla Riqualificazione urbana, Francesco Valesini. Il cantiere, del valore di circa 3,6 milioni di euro, durerà due anni. Finalità sociali e culturali si fondono nel piano di riqualificazione, che prevede di collocare all’interno dell’immobile diverse funzioni differenti, ma tra loro interconnesse, quali residenze a canone concordato, negozi, spazi pubblici per le associazioni e le realtà del quartiere, luoghi di aggregazione, ambienti dedicati alla lettura e pure allo sviluppo di esperienze nel campo dell’agroalimentare, con particolare riferimento a un’attività di ristorazione con annesso orto urbano per l’utilizzo di prodotti a chilometro zero. Inoltre troverà casa nel palazzo anche l’installazione site-specific dell’artista Andrea Mastrovito: ideata appositamente per l’ex asilo e intitolata «L’uomo che non poteva fare miracoli», si svilupperà lungo i diversi ambienti, di volta in volta incisa, intarsiata o intagliata nei muri, negli intonaci e negli infissi.

«Dopo aver avviato il cantiere di Cascina Ponchia a Monterosso (sarà uno spazio di co-housing per persone con disturbo dello spettro autistico ndr), siamo particolarmente soddisfatti di poter iniziare nei prossimi mesi, con l’ultimo passaggio da poco approvato in Giunta, anche quello dell’ex Principe di Napoli, poiché si tratta di due edifici accomunati non solo dal fatto di essere rimasti di proprietà comunale ma anche da una futura destinazione dai contenuti sociali e culturali particolarmente spiccati», dice Valesini.

Dialogherà con Gamec e Montelungo

La trasformazione urbanistica prevista nel palazzo di via Pignolo si inserisce inoltre in un contesto di più ampio respiro, vista la vicinanza con parco Suardi, la caserma Montelungo destinata a ospitare residenze universitarie, i futuri orti di San Tomaso e la nuova Gamec in corso di realizzazione nell’ex Palazzetto dello sport: «Una valorizzazione, quella dell’ex Principe di Napoli, che si era già tentata nel 2013 con la Giunta Tentorio, in quel caso prevedendone la vendita, senza però alcun risultato, e che ora può al contrario trovare finalmente una risposta all’altezza della qualità di quell’immobile e delle sue indubbie potenzialità, considerata anche la vicinanza alla Montelungo e alla nuova Gamec prevista nel vecchio palazzetto di piazzale Tiraboschi, edificio con cui potrà costruire, ci auguriamo, una relazione per molti versi coerente, vista la presenza della bellissima e unica nel suo genere opera di Mastrovito», commenta l’assessore Valesini. 

Infine, sulla scia di quanto avvenuto nell’ex centrale di via Daste e Spalenga, nei prossimi mesi verrà anche pubblicato il bando per la gestione dell’ex Principe di Napoli. L’obiettivo dichiarato dal Comune è infatti quello di un utilizzo sociale e culturale promosso da soggetti pubblici o privati che possano favorire in forma singola o associata l’attuazione di queste finalità, consentendo di innescare processi di rigenerazione urbana sull’intero quartiere e a vantaggio di tutta la comunità.

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