Il plauso a Rodeschini per un mandato di coraggio e partecipazione

ACCADEMIA CARRARA. In occasione della conclusione del mandato della direttrice, collaboratori, critici d’arte e colleghi rivolgono pensieri e ringraziamenti a una figura che ha contribuito alla crescita dell’istituzione.

Una carrellata di contributi autorevoli per salutare la direttrice dell’Accademia Carrara M. Cristina Rodeschini, che ha lasciato la direzione che aveva assunto il 1° febbraio 2017. I suoi studi si sono applicati alla pittura e alla grafica dal ’500 al ’700, con particolare riferimento all’ambiente lombardo e veneto, alla cultura artistica dell’800 e del ’900, alla storia del collezionismo. Ha contribuito alla nascita e allo sviluppo della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, della quale è stata direttore per il Comune di Bergamo dal 1998 al 2016. Responsabile di Accademia Carrara dal 2005 al 2016, ha sviluppato progetti internazionali (in Europa e Stati Uniti), cooperando attivamente alla riapertura del museo nel 2015.

«Esperienza e capacità»

Affettuoso il saluto del fotografo Mario Cresci: «Nella natura umana l’esperienza e la capacità di comprendere gli altri, nascono dall’impegno e dal desiderio di conoscenza che ognuno di noi ha l’opportunità di cogliere durante la propria vita. Cristina Rodeschini – afferma Cresci – nel momento in cui termina il suo mandato, comunica e rende esplicito alle persone che l’hanno conosciuta e apprezzata in tanti anni di immersiva attività, alla Pinacoteca e alla Gamec di Bergamo, un modus vivendi istituzionale tra i più singolari e significativi che abbia mai conosciuto. Colgo l’occasione per ringraziare Cristina del costante sostegno che ho ricevuto durante gli anni della mia direzione all’Accademia di Belle Arti e soprattutto per avermi voluto accompagnare nella realizzazione della mostra “La fotografia del no” alla Gamec e che rimane, grazie anche a lei, una delle esposizioni più esaustive del mio lavoro. Grazie Cristina. Tanti auguri per il tuo immediato futuro e per gli impegni che ti aspettano ancora in virtù di ciò che hai costruito e lasciato alla città e dove potrai estendere il continuo desiderio di conoscenza che ti ha sempre distinto».

Prestigio internazionale

«Tra i tanti meriti di Cristina Rodeschini – afferma Francesco Frangi, storico dell’arte e docente universitario –, vorrei sottolineare la sua capacità di coniugare la dedizione quasi totalizzante alla Carrara con una curiosità e un’apertura culturale sorprendenti, che le hanno consentito di intrattenere rapporti con storici dell’arte e operatori di museo di tutto il mondo e di intraprendere iniziative espositive tanto coraggiose, quanto rigorose. Credo che il suo atteggiamento appassionato e insieme equilibrato, in grado di intercettare le suggestioni originali che venivano dal mondo della ricerca storico artistica e di renderle fruibili a un pubblico sempre più largo, costituisca un modello per tutti i suoi colleghi. Non a caso, con lei l’Accademia Carrara ha consolidato il suo prestigio internazionale, mantenendo, al contempo, un solido ancoraggio al territorio e alle sue espressioni migliori. Lo dimostra l’impegno nel favorire la recente donazione della prestigiosa collezione di Mario Scaglia, ultimo capitolo di una storia virtuosa che fa sempre più della Carrara, come Cristina ama dire, il museo per eccellenza dei collezionisti. Ma la sua apertura culturale si misura anche nel modo con cui ha interpretato nel corso degli anni il proprio ruolo in Gamec e poi alla Carrara: non ha mai inteso la gestione del museo in senso personalistico, ma ha sempre cercato di fare squadra, avendo come unico obiettivo la valorizzazione delle istituzioni che ha guidato, e soprattutto profondamente amato».

Un rinnovamento esemplare

Lo storico dell’arte Fernando Mazzocca, considerato il maggior studioso dell’Ottocento italiano, torna a ricordi personali. «Eravamo ancora tanto giovani, io e Cristina – racconta –, quando ci siamo incontrati e subito intesi sugli orizzonti di una ricerca appassionata legata al territorio. Era allora il tempo della esaltante riscoperta sul campo di un Ottocento bergamasco disceso dall’officina di quell’Accademia Carrara dove lei si ritroverà a lavorare per una vita, sino a dirigerla e condurre il suo museo - con onestà intellettuale e libertà di confronto con il mondo degli studi - a un rinnovamento esemplare. Rinnovamento scaturito anche da una costante riflessione, da lei condotta negli anni, sul grande collezionismo bergamasco, sulla tradizione dei conoscitori tra Morelli e Frizzoni, e quella del restauro dominato dal genio controverso di Pellicioli. Grazie sempre, amica cara, per la tua naturale generosità, l’entusiasmo coraggioso e concreto. E per quanto ancora ci saprai dare».

Un istituto culturale stimolante e aperto

«Un grande riconoscimento – sottolinea Alessandra Quarto, direttrice del Museo Poldi Pezzoli di Milano – va al lavoro che Rodeschini ha compiuto in questi decenni, rinnovando radicalmente la storica e illustre istituzione, conferendole la centralità che merita». Interviene anche Paola Marini, già direttrice delle Gallerie dell’Accademia di Venezia: «Senza venir meno allo “stile severo” attento ai contenuti dei suoi predecessori – afferma Marini –, con l’ultimo allestimento, Cristina Rodeschini ha offerto a cittadini e visitatori - e le siamo profondamente grati - un gioiello di innovazione museologica e museografica che coniuga la magnifica tradizione collezionistica dell’Accademia Carrara con un’idea di istituto culturale al passo con i tempi, stimolante, sostenibile, coinvolgente, aperto alla partecipazione».

Figura di avanguardia

Gianpietro Bonaldi, general manager di Fondazione Accademia Carrara, ha riservato un ampio saluto alla direttrice tratteggiando un ritratto: « Cristina è il volto di una tenacia sobria, attrezzata con massicce dosi di fede nella riuscita. A lei, più volte, l’ho tradotta con un affettuosissimo, quasi figliale, «testona». Se ha una cosa in testa, quella cosa può temporaneamente perdersi in profondità carsiche ma riaffiorerà e la farà. Cristina è l’immagine della coerenza mai rigida e sempre aperta. Responsabile rispetto a se stessa e al ruolo alto che ricopre. Mai urlata, non esibita, ferma e precisa. Piacevole da vedere e perfino da subire. Perfetta. Una virtù che l’ha portata a traguardare da Direttore la sua più che quarantennale carriera in Accademia Carrara. Cristina è quella consapevolezza dello sguardo sereno e fiero, anche quando borbottante, con una frequenza che mi mancherà. Movenze lente e certe, pensiero coraggioso. Figura immobile e di avanguardia. Di Bergamo, lei come la Carrara. Internazionali entrambe, per visione e destinazione. Cristina è quella umiltà sapiente che mi accolse, catapultato da una professione diversa, a guidare i processi di gestione delle fasi finali di riallestimento e riapertura del museo nel 2015. Manager tra storici dell’arte, le riuscì naturale lavorare con me e valorizzare le potenzialità a vantaggio del museo. Nessun timore, nessun pregiudizio. Tanta curiosità. Con l’autorevolezza della grande donna e la lungimiranza del Direttore, diventate, in breve, la comprensione dell’amica. Cristina Rodeschini ha vissuto la Carrara, ne ha attraversato ere e ire. Inaffondabile. Un servizio il suo fatto di presenza, di partecipazione, di adesione intima e libera alla vita dell’istituzione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA