«La mia storia di padre mi ha permesso di aiutare gli altri». Stefano Pelliccioli: mai arrendersi

L’INTERVISTA. Dopo il grave incidente del figlio Samuel ha aiutato le famiglie dei giovani disabili. «Mai arrendersi, perché nulla è davvero impossibile».

Bergamo

«Non arrendetevi, non lasciate che uccidano la speranza». Questo è sempre stato il leitmotiv dell’Associazione Amici di Samuel Odv, nata in seguito al drammatico incidente in moto che nel febbraio 1996 coinvolse Samuel Pelliccioli, portandolo molto vicino alla morte. L’avventura di questa splendida realtà fondata da papà Stefano e che oggi ancora conta 368 soci, 19 volontari e un gruppo di 61 persone con disabilità, sta purtroppo giungendo al termine.

Il 2025 sarà infatti l’ultimo anno dell’Associazione, creata nel 1996, grazie all’incredibile forza d’animo di un uomo, che in nome dell’amore per il proprio figlio ha condotto una lunga battaglia che alla fine l’ha visto vincitore. Oggi Samuel, 30 anni dopo, conduce una vita felice e serena dopo anni di dolore: «Con fede, speranza e amore non mi sono mai arreso e neppure Samuel».

«La gioia di riabbracciare un figlio dato per perso dalla scienza medica è stata talmente grande da obbligarmi a regalarla a tutti coloro che vivono o hanno vissuto una situazione analoga»

«Ho girato l’Italia, ho conosciuto tante associazioni, collaboriamo con il Ministero della Disabalità: raccogliamo attorno a noi solidarietà e puntiamo sulla prevenzione con i ragazzi: in questi anni ne ho incontrati 75 mila di studenti nelle scuole» racconta Stefano Pellccioli.

«Perchè lo faccio? - è la domanda più frequente per questo papà - La gioia di riabbracciare un figlio dato per perso dalla scienza medica è stata talmente grande da obbligarmi a regalarla a tutti coloro che vivono o hanno vissuto una situazione analoga – spiega –. La speranza è che anche per loro, il sogno di riabbracciare il figlio, come ho fatto io con Samuel, diventi realtà».

L’associazione nel 2025 si chiude ma se ne aprirà un’altra, più ampia: «Passati trent’anni dall’incontro con un destino crudele che voleva strapparmi mio figlio, penso di avere onorato il debito contratto con la fortuna e ho scelto di tornare a vivere una vita più concentrata sulle persone a me vicine.

L’invito di Stefano Pelliccioli, rivolto alle famiglie che si trovano in situazioni simili, è quello di «non arrendersi e non permettere mai a nessuno di dire che qualcosa è impossibile». E Pellccioli continua a ripeterlo: «Importante è aiutare le persone, e soprattutto dire ai ragazzi di fare attenzione: basta un attimo per perdere la vita, non basta la vita per perdere quell’attimo».

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