Cronaca / Valle Imagna
Lunedì 11 Settembre 2023
La montagna era la sua grande passione: addio a Luca Capelli
L’INCIDENTE. Il 30enne domenica 10 settembre era intento con un amico in una scalata in Valle Camonica, quando è scivolato. Vani i soccorsi. Viveva ad Almenno San Salvatore con i genitori e il fratello ed era un manutentore stradale.
In un clima festoso per San Nicola da Tolentino, domenica pomeriggio Almenno San Salvatore ha accolto la notizia che un concittadino di soli trent’anni, Luca Capelli, esperto alpinista, è morto precipitando per oltre cento metri mentre scalava i «Campanili delle Granate», caratteristiche dita di roccia che sembrano graffiare il cielo dell’Alta Valle Camonica, nel Bresciano.
Una via di arrampicata non molto frequentata, difficile anche per i più esperti, ma in grado di regalare emozioni e panorami che ripagano tutti gli sforzi. La giornata spensierata, scelta per vivere le proprie passioni, è improvvisamente virata in tragedia per Luca, che si trovava sulla parete rocciosa con un amico e compagno di cordata.
La tragedia si è consumata poco dopo le 11 nel territorio tra i comuni di Sonico e Edolo. Appena è stato lanciato l’allarme, sono intervenuti i tecnici del Soccorso alpino della Guardia di finanza, con il supporto dell’elisoccorso di Trentino Emergenza. Purtroppo i soccorritori non hanno potuto fare altro che individuare il corpo senza vita in fondo a un canalone, constatare il decesso, e disporre il rientro della salma.
In parete con un compagno di cordata
Secondo quanto è stato ricostruito, i due alpinisti, entrambi bergamaschi, avevano raggiunto la zona di arrampicata dalle prime ore del mattino: sono passati dal rifugio Tonolini, a quota 2.400 metri, sul versante meridionale del Baitone, e poi si sono diretti verso la zona in cui sono state tracciate le vie. Una porzione di montagna che supera i tremila metri di quota e in cui si trovano la Cima delle Granate, il Corno delle Granate e appunto i cinque Campanili delle Granate, questi ultimi utilizzati esclusivamente come via di arrampicata.
Alle 11,30 i due giovani avevano completato la salita e stavano scendendo. Per farlo hanno utilizzato il sistema della «discesa in corda doppia», una delle tecniche più sicure e utilizzate in questo tipo di calate. Secondo quanto lo stesso compagno di escursione ha raccontato, Luca Capelli aveva praticamente ultimato la discesa quando, per cause che non sono ancora state accertate, non si è fermato alla fine della corda, precipitando nel vuoto per più di cento metri e sbattendo violentemente sulla roccia, a oltre 2.300 metri di quota. Non ha avuto scampo.
La corsa per cercare aiuto
L’amico è stato il primo a cercare aiuto: appena ha raggiunto una zona in cui il cellulare aveva campo, ha avvisato il 112, ma per l’amico, purtroppo, non c’era ormai più nulla da fare. Il corpo senza vita di Luca Capelli è stato recuperato con il verricello e inizialmente trasportato con l’elisoccorso alla stazione di Edolo del Soccorso alpino e poi, ottenuto il nulla osta dalla procura bresciana, trasferito dalla dal Soccorso alpino della Guardia di finanza all’obitorio dell’ospedale di Edolo.
Il funerale mercoledì ad Almenno
I genitori del trentenne, mamma Ivana e papà Mario, che si trovavano in vacanza a Clusone, sono stati informati del dramma e hanno raggiunto subito la Valle Camonica per il triste ma necessario rito dell’identificazione di Luca. Non necessitando di ulteriori accertamenti, il pm bresciano ha quindi concesso il nullaosta alla restituzione della salma ai familiari, che hanno incaricato un’impresa funebre del trasporto fino alla Bergamasca: la camera ardente sarà allestita da oggi alla casa funeraria di «Rota Servizi Funebri» ad Almenno San Bartolomeo. I funerali saranno celebrati mercoledì, alle 15, nella parrocchiale di Almenno San Salvatore.
Luca Capelli lavorava per un’azienda di manutenzione stradale e la sua grande passione era la montagna. Già diversi anni fa era rimasto vittima di un infortunio durante una scalata: si era poi completamente ripreso. Abitava con i genitori e il fratello minore Francesco, di 22 anni, in un’abitazione al 4 di via Colzera, dove ieri la notizia della sua drammatica morte è piovuta come un fulmine a ciel sereno. Chi lo conosceva, ricorda Luca come un ragazzo cordiale, sempre educato, impegnato sul lavoro e appunto grande appassionato di montagna. Nessuno si sarebbe mai immaginato che ieri proprio la sua amata montagna l’avrebbe tradito.
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