L’amore di un padre per i figli in una Francia disgregata

IL LIBRO. Dipendente di AirFrance ed esordiente a sessant’anni, Laurent Petitmangin scrive con «Quello che serve di notte» (Mondadori, per la bella traduzione di Elena Cappellini) un romanzo formidabile e al tempo stesso necessario.

Un racconto in presa diretta della provincia francese e del suo mutamento inesorabile tra impoverimento, perdita di lavoro e soprattutto scomparsa sostanziale di una comunità ormai totalmente disgregata. «Quello che serve di notte» è infatti anche il racconto della fine di quella che è sempre stata definita douce France dalla canzone di Charles Trenet, che cantò con leggerezza di una Francia provinciale dolce e solare, semplice e serena. Un luogo di festa accogliente e felice. Quel mondo, certamente già in parte immaginario e stereotipato, è oggi un ricordo lontano per una società in affanno e che le statistiche certificano come una delle più pessimiste d’Europa (insieme a quella italiana).

Petitmangin racconta di una piccola famiglia, formata da un padre e da due figli, che dopo la morte della moglie si ritrovano come parti fondamentali per tenere in equilibrio un triangolo d’affetto e amore tanto solido quanto estremamente fragile. Sullo sfondo la storia politica di un Paese in rapida trasformazione. L’uscita dal Novecento significa una radicale trasformazione nell’organizzazione del lavoro, finisce così il tempo dell’utopia come quello dei diritti. Il lavoro vive una frammentazione sociale ed economica, che travolge la piccola famiglia e in particolare il rapporto tra il padre e i suoi due figli. Se infatti il minore Gillou segue le orme paterne, da sempre a sinistra nel sindacato dei ferrovieri, il maggiore Fus agisce scegliendo la destra estrema dei gruppi appartenenti al Front National.

La politica da elemento di coesione diviene così una forma di drammatica separazione, un taglio fatto di incomprensioni e perdita di ogni forma di dialogo possibile. Fus dà libero sfogo ad una frustrazione repressa certamente legittima, ma che prende la via della violenza passando da un colpo all’altro, da una rissa all’altra fino a che si trova coinvolto in un delitto efferato. Laurent Petitmangin entra a piedi pari in una storia che è storia comune in Francia: zone ad alta densità operaia che negli anni hanno mutato colore politico, persone e luoghi che privati della dignità del lavoro si sono sentiti - spesso a ragione - abbandonati dalla politica che anzi da Parigi sembra imporre senza mai spiegare o proporre. «Quello che serve di notte» è un romanzo denso su un tempo in cui il senso si perde troppe volte in un dolore assurdo.

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