Interviste allo specchio / Bergamo Città
Domenica 03 Dicembre 2023
«L’Archivio di Stato punta sulle mostre»
LUCIA CITERIO. Proseguono le interviste in collaborazione con «Il Giornale di Brescia». La direttrice dell’Archivio di Stato di Bergamo: «Vogliamo arrivare anche a quel pubblico che normalmente non ci frequenta».
Lucia Citerio, attuale direttrice dell’Archivio di Stato di Bergamo, è relativamente «fresca» di nomina: si è insediata nella carica, infatti, nel settembre 2022.
Dottoressa, avete in campo, o in programma, iniziative in comune con l’Archivio di Stato di Brescia, o altre istituzioni bresciane?
«I due archivi di Stato hanno realizzato per Bergamo Brescia Capitale della Cultura iniziative autonome. Purtroppo non c’è stata la possibilità di condividere un progetto. Quando ho assunto l’incarico di direzione di questo Istituto la programmazione Bergamo-Brescia era già in gran parte definita, il progetto di Brescia era già in una fase esecutiva. L’Archivio di Stato di Bergamo ha scelto di puntare sulla presentazione delle attività di tutela, ricerca e valorizzazione che quotidianamente svolge, per farsi conoscere anche a quel pubblico che normalmente non frequenta e non conosce il mondo degli archivi».
Come avete interpretato questo anno di Capitale della Cultura?
«Con due progetti principali, accompagnati, nel corso dell’anno, da diverse altre iniziative. Il primo progetto è stato la presentazione del lavoro svolto sulle carte del fondo archivistico “Marc’Antonio Bonduri di Gandino (1624 - 1743)” attraverso la realizzazione della mostra “I Bonduri produttori e mercanti di panni di lana tra ‘600 e ‘700. Un archivio tra carte di famiglia e di impresa”, inaugurata il 18 novembre con grande affluenza di pubblico, che rimarrà allestita fino al 12 dicembre. Un’altra mostra, dal titolo “Storia ed evoluzione del Palazzo Uffici statali di Bergamo”, realizzata di intesa con l’Agenzia delle Entrate di Bergamo e la partecipazione di quella di Brescia, sarà inaugurata il 16 dicembre. L’evento è stato ideato in due sezioni tra loro complementari, nelle sedi di Largo Belotti (dal 6 novembre fino al 15 dicembre) e dell’Archivio di Stato di Bergamo (dal 16 dicembre)».
I rapporti con altre istituzioni della città?
«L’Archivio è sempre stato, storicamente, in rapporto con le altre istituzioni culturali cittadine, tra cui Ateneo, Fondazione Bergamo nella Storia, Archivio Storico Diocesano, Biblioteca Mai, Accademia Carrara. Oltre al consolidato rapporto con il centro studi Archivio Bergamasco, abbiamo avviato una collaborazione con l’Università di Bergamo, il cui primo passo è l’istituzione di un dottorato di ricerca sugli atti dei notai medievali».
Come dare vita, dimensione presente, attuale, parlante, alle carte che conservate? Qualcuno potrebbe figurarsi l’Archivio come un ambiente, metaforicamente, un po’ polveroso, fossile, museale…
«Tra le tematiche di Bergamo Brescia Capitale della cultura si è scelta quella della “città dei tesori nascosti”. Una definizione perfetta per i beni archivistici in generale, che rimangono spesso esclusi dalla considerazione del “grande pubblico” perché ritenuti poco accessibili… Tra le nostre attività fondamentali ci sono quelle rivolte al pubblico e soprattutto alle scuole, attraverso visite guidate e laboratori didattici. Altro aspetto importante è la digitalizzazione e pubblicazione di risorse on-line, che mettono a disposizione degli utenti strumenti di ricerca, banche dati e parte del patrimonio documentale».
Quali sono i fondi più consultati, importanti, «imprescindibili»? Qualche segnalazione tra i materiali più curiosi, stimolanti, attuali?
«Il patrimonio documentale copre l’arco cronologico dall’anno 1229 a tutto il XX secolo. Tra i principali complessi archivistici spiccano l’archivio notarile – con gli atti dei notai a partire dal 1242 e la raccolta di pergamene dal 1229 – i catasti storici (dall’estimo veneto del XVII sec., ai catasti teresiano, napoleonico e Lombardo Veneto, fino al nuovo catasto terreni novecentesco), le serie provenienti dai distretti militari, i fondi versati dal Tribunale di Bergamo, l’ex Conservatoria dei registri immobiliari fino al 1985. Per quanto riguarda gli archivi di impresa, famiglia e persona sono da segnalare, oltre al già citato fondo Bonduri, quelli delle famiglie Martinengo Colleoni e Secco d’Aragona - tra le più importanti casate del territorio – o le carte Nino Zucchelli, critico d’arte e cinematografico. Tra i fondi conservati a titolo di deposito, di particolare importanza per la storia economica, sociale e culturale del territorio sono gli archivi storici della Camera di commercio, dell’Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII, degli Istituti educativi di Bergamo. Di grande rilevanza è l’archivio iconografico dell’Istituto italiano d’arti grafiche di Bergamo, che comprende oltre 18.000 lastre fotografiche su vetro».
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