Macchine, suoni e seta: all’antica filanda Rasica un tuffo nel passato

OSIO SOPRA. Successo delle visite allo stabilimento promosse da Comune e proprietà da maggio a settembre: una produzione che dal 1872 ha segnato la vita della comunità.

Visitare l’ex filanda Rasica di Osio Sopra significa viaggiare nella storia della comunità, il cui destino è rimasto a lungo segnato dall’attività dello stabilimento nato nel 1872. È per questo motivo che l’apertura al pubblico della fabbrica, prevista da maggio a settembre una volta al mese (più due aperture straordinarie il 12 e il 13 agosto, alle 19, in occasione della sagra del paese), sta riscuotendo grande successo. Per ciascun turno di visita (quattro per ogni apertura della durata di circa un’ora), si registra il tutto esaurito per la soddisfazione dell’Amministrazione comunale, della proprietà (la francese la Special Fabrics srl) e dell’associazione Crespi d’Adda che mette a disposizione le guide.

Rumore assordante

L’accoglienza avviene all’ingresso della fabbrica da dove si può vedere uno degli edifici originari: un gigantesco stabile un tempo a sei piani (ora eliminati) sui cui si trovavano le macchine per la filatura dei fili estratti dal bozzolo del baco da seta. Si trattava di macchine (alimentate con l’energia idroelettrica prodotta sfruttando la roggia Brembilla o utilizzando un gigantesco motore diesel ancora presente sul posto) che facevano un rumore assordante: questo suono è diffuso durante la visita da un altoparlante che dà l’idea delle condizioni in cui lavorava la manodopera (composta per il 99% da donne). Si passa poi vicino l’unica parte ancora attiva dello stabilimento, ossia degli storici magazzini (un tempo officine meccaniche) dove si producono fibre per realizzare scotch, fino ad arrivare al cuore dello stabilimento dove si trovava anche la zona torcitura: era un’operazione necessaria per rendere il filo di seta resistente e utilizzabile. Serviva anche essiccarlo, da qui la gigantesca ciminiera ancora visibile.

L’intuizione di Schroeder

Ultima tappa del viaggio la casa patronale del padrone con giardino e stalle annesse, realizzata proprio a fianco della fabbrica. La nascita della Rasica si deve allo spirito imprenditoriale di Guglielmo Schroeder: decise di impiantare l’attività della filanda in edifici risalenti al 15° secolo e adibiti prima a mulino e poi a segheria. L’insediamento industriale, con il passare dei decenni, ha avuto diverse proprietà alternando momenti di fortuna a profonde crisi. Il culmine dell’occupazione si raggiunse nel 1921 con 700 addetti. Alcuni degli ex dipendenti osiensi sono ancora in vita e approfittando dell’apertura al pubblico (che rientra nel progetto sovracomunale degli ambiti bibliotecari «Produzioni interrotte 2023») hanno voluto tornare sul loro vecchio posto di lavoro.

Gli ex dipendenti

«La Rasica – sostiene l’assessore alla Cultura Nicola Cagliani – è un’archeologia storica chiusa da parecchi anni al pubblico ma ancora nella memoria dei cittadini osiensi. Infatti è facilissimo incrociare qualcuno che in passato ha lavorato in Rasica o ha vissuto la filanda anche in modo indiretto: la sua riapertura rappresenta davvero un meraviglioso regalo alla comunità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA