
Economia / Bergamo Città
Martedì 03 Giugno 2025
Prestiti a partite Iva e patti col pubblico: aiuti dalla Regione
LE MISURE. Per le imprese finora stanziati 69 milioni. Intervento ad hoc per far fronte al caro energia. Guidesi: «Puntiamo a consolidare quanto costruito».
Regione Lombardia accelera su innovazione, credito e lavoro. In un contesto internazionale segnato da instabilità geopolitica e incertezze economiche, la nostra regione continua a distinguersi per la solidità del suo tessuto produttivo. Lo confermano i dati più recenti: la produzione manifatturiera lombarda è in crescita e l’occupazione si mantiene su livelli record. In province come Bergamo, Brescia e Monza la disoccupazione è stabile sotto il 3%, un dato che racconta molto di una regione che continua a trainare l’economia italiana.
Ma non è solo questione di numeri. Alle spalle di questi risultati c’è un ecosistema in grado di attrarre capitali esteri e di reggere alle sfide di costi energetici in aumento e norme europee sempre più complesse. La Lombardia ospita oltre un terzo delle partecipazioni straniere presenti in Italia e, al tempo stesso, sviluppa circa un quinto degli investimenti netti italiani oltre confine. Tanto che il 60% degli investitori esteri in Italia ha scelto proprio questo territorio come base operativa.
«Così si sostiene anche il lavoro»
«La Lombardia è la prima regione manifatturiera d’Europa e vogliamo che continui a esserlo anche nei prossimi anni», afferma l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, che ha annunciato un pacchetto di misure a sostegno delle imprese. Un impegno che si fonda su un principio semplice ma strategico: sostenere le imprese per sostenere il lavoro.
Tra i nuovi interventi troviamo un contributo a fondo perduto di oltre 10 milioni di euro destinato a chi decide di avviare un’impresa, anche in forma individuale con partita Iva. Un plafond da 24 milioni sostiene invece il microcredito per le piccole e medie imprese e per i lavoratori autonomi, così da agevolare gli investimenti produttivi. Sul fronte dell’innovazione si inserisce «Lombardia venture», un fondo di capitale di rischio pensato per le start up e le scale-up ad alto contenuto tecnologico.
Con 25 milioni stanziati per «Quota Lombardia», le Pmi pronte a sbarcare sui mercati multilaterali di negoziazione potranno contare su uno strumento dedicato.
Non manca l’attenzione al rafforzamento patrimoniale delle imprese: con 25 milioni stanziati per «Quota Lombardia», le Pmi pronte a sbarcare sui mercati multilaterali di negoziazione potranno contare su uno strumento dedicato. E per le aziende flagellate dal caro-energia arriva il «Fondo Confidiamo nella ripresa – energia», creato per favorire l’accesso alla liquidità e far fronte ai rincari delle bollette. Accanto a questi interventi, un ulteriore intervento da 10 milioni è riservato alle imprese storiche per il restauro dei beni aziendali, la riqualificazione degli stabilimenti e l’innovazione dei servizi.
In parallelo con le iniziative finanziarie e di credito, la Regione promuove anche la crescita delle filiere produttive: strumenti di factoring, formazione specialistica e bandi per rafforzare reti di imprese e competenze, con l’obiettivo di potenziare la collaborazione tra aziende, università e centri di ricerca.
Le Zis puntano alle partnership
La vera rivoluzione, però, arriva con l’introduzione delle Zone di innovazione e sviluppo (Zis), un nuovo modello di politica industriale voluto dalla Regione. L’idea è sostenere aggregazioni spontanee di soggetti pubblici e privati che condividano una chiara vocazione produttiva e territoriale, per rafforzare i legami tra università, imprese, centri di ricerca e mercati. «Non vogliamo adottare un approccio uniforme a livello istituzionale, ma costruire risposte mirate, calibrate sulle esigenze specifiche dei singoli settori – osserva Guidesi - soprattutto in un contesto in cui le contingenze economiche evolvono con grande rapidità. Le Zis si inseriscono proprio in questa logica». Ogni Zis sarà selezionata attraverso un bando regionale e valutata anche in termini di impatto economico e sociale, con l’obiettivo di costruire un modello replicabile su scala regionale.
«In questo modo - conclude l’assessore - come Regione puntiamo a consolidare quanto costruito finora: restare una terra manifatturiera, capace di offrire alle imprese un ambiente, dinamico e favorevole alla crescita. Vogliamo continuare a creare le condizioni perché fare impresa in Lombardia sia, oggi più che mai, una scelta conveniente».
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