Punti nascita, 10 chiusi dal 1991. In 15 anni parti scesi del 37%

DEMOGRAFIA E SANITÀ. Dopo lo stop al reparto maternità di Ponte si nascerà solo a Bergamo, Treviglio e Seriate. I primi a sparire, quelli di Gazzaniga e Trescore dal 1991.

Basta mettere in fila i comuni bergamaschi per numero di residenti: Bergamo, poi Treviglio, poi Seriate. E ora, con lo stop del punto nascite di Ponte San Pietro, in terra orobica i bambini nasceranno solo negli ospedali di quelle tre città.

Le traiettorie della demografia, unite ai requisiti di sicurezza per i parti, portano sempre più in questa direzione: concentrare i servizi nelle strutture più grandi, mentre l’erosione della natalità penalizza le «periferie».

Sullo sfondo resta lo stillicidio di chiusure dei punti nascita dagli Anni Novanta a oggi: un’ampia geografia che prima comprendeva anche gli ospedali di Gazzaniga, Trescore, Lovere, Sarnico, Clusone, San Giovanni Bianco, Calcinate, Piario, Alzano e appunto Ponte San Pietro, coprendo in maniera capillare le valli, i laghi e l’Isola, e che via via è andata riducendosi. Dal 1991 a oggi, dieci punti nascita sono arrivati al capolinea.

Non è solo una questione numerica

La natalità in Bergamasca, ricostruendo la serie storica dell’Istat, è andata crescendo fino al primo decennio del nuovo millennio. Se nel 2000 erano venuti al mondo 10.225 bebè, nel 2009 si è toccato un picco di 12.080 fiocchi rosa o azzurri. Da quel momento ha poi iniziato a soffiare l’inverno demografico, prima timidamente e poi assumendo le sembianze di una glaciazione da cui pare impossibile uscire.

Dal 2015 la Bergamasca è scesa sotto quota 10mila nascite, nel 2020 è precipitata al di sotto di quota 8mila, nel 2024 i bebè sono stati 7.337. Negli ultimi anni la caduta della natalità si è fatta più lenta (nel 2024 il calo è stato solo dello 0,3%), ma invertire la china è complicato. Un timido segno di speranza s’era intravisto nel 2021, quando i nuovi nati erano aumentati dello 0,3%, ma la primavera demografica non è più sbocciata.

Dal 2009 al 2024, i nuovi nati in provincia di Bergamo – stando sempre al riferimento alla residenza dei nuovi nati, non all’ospedale di nascita – sono diminuiti del 39%. Mentre se si considerano i bimbi nati negli ospedali bergamaschi, il calo è del 37,1%. L’ultima fotografia è quella del 2024: 4.226 bimbi in meno rispetto a 15 anni fa: 4.073 nati al «Papa Giovanni», 1.909 a Seriate, 925 a Treviglio e 260 a Ponte San Pietro.

Le chiusure dei punti nascita

La progressiva riduzione dei punti nascita, tuttavia, era iniziata ben prima che cominciassero a svuotarsi le culle. Demografia, da questo punto di vista, fa rima con geografia: le aree interne hanno cominciato precocemente a soffrire lo spopolamento e la denatalità, mentre al tempo stesso alcuni servizi si sono concentrati nei grandi centri e nelle grandi strutture. Il combinato disposto – calo delle nascite e rafforzamento degli ospedali più grandi – ha portato al risultato attuale.

I cui prodromi si colgono dagli Anni Novanta. Nel 1991 chiuse il punto nascita di Gazzaniga, nel 1993 si fermò l’attività a Trescore (che venne convertito in ospedale dedicato alla riabilitazione) e alla fine del decennio al Sebino: nel giugno del 1998 avvenne la chiusura del punto nascita di Sarnico, a marzo 1999 cessò il punto nascita di Lovere. I documenti sanitari d’archivio raccontano le valutazioni fatte in quella fase: a metà Anni Novanta nella nostra provincia erano attivi 10 punti nascita, di cui 4 però non raggiungevano già la soglia dei 500 parti annui, l’indicatore di riferimento per gli standard di qualità e sicurezza.

Dopo quella prima «razionalizzazione» seguì un decennio senza ulteriori scossoni, giusto con una sorta di avvicendamento: a ottobre 2008 si fermò il punto nascita di Clusone, sostituito però da Piario. Si arriva così al 2009, appena prima della «recessione demografica»: in quell’anno, stando a uno studio dell’allora Asl, con 8 ospedali attivi per i parti, i Riuniti avevano avuto 4.262 nascite, Seriate 1.803, Treviglio 1.709, Alzano 1.145, Ponte San Pietro 977, Calcinate 775, Piario 464, San Giovanni Bianco 258.

Rimangono solo tre punti nascita

Due strutture, quelle montane, erano già al di sotto dell’asticella dei 500 bebè, e qualche timore già affiorava per il futuro. Al resto ci ha pensato la denatalità: a San Giovanni Bianco il punto nascita si è fermato a fine 2014, Calcinate chiude a fine settembre 2015, a Piario lo stop è scattato a ottobre 2018. A completare il quadro ci sono la sospensione delle attività ad Alzano Lombardo dal marzo 2020 e infine il capolinea di Ponte San Pietro. Ora restano solo tre punti nascita.

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