«Da piccolina tra i tavoli del Belvedere». La storia di San Vigilio passa anche da qui

L’INTERVISTA. Antonietta Giudici ha molto da festeggiare: in questi giorni, 60 anni fa, suo papà apriva la Birreria del Belvedere, a San Vigilio. I ricordi del padre Enea, vulcanico, e di Luisa, grande lavoratrice. E lei piccolina tra i tavoli.

Bergamo

«Il Belvedere è cambiato, ma la sua anima è sempre la stessa: un luogo familiare. Mio padre Enea lo ha creato e ci ha messo il cuore. Io vado avanti dai suoi insegnamenti. Questa è la mia casa». Antonietta Giudici ha molto da festeggiare: in questi giorni, 60 anni fa, suo papà apriva la Birreria del Belvedere, a San Vigilio.

«Sono una commerciante da una vita: i miei genitori hanno aperto il locale nel 1965 e io ho continuato la loro storia - racconta -. La Birreria del Belvedere tutti la chiamano “Il Belvedere”, è sotto il parcheggio panoramico: a mio padre è venuta l’idea d aprire qualcosa lì mentre passeggiava a San Vigilio con mia mamma e io piccolina. Loro ai tempi gestivano la salumeria in Colle Aperto».

L’Enea e la Luisa

Era il 1959 quando inizia a pensarci e ci vuole tempo per realizzare il suo progetto: «Prima voleva fare un chiosco sul parcheggio ma era infattibile data la zona e poi ha scavato. nasce così». Enea e Luisa prima, Antonietta dopo: 60 anni sempre qui: «Enea era un creativo, istrionico, amato da tutti. Dicevano: “Andiamo dall’Enea”. Mia madre era più schiva. Una grande lavoratrice».

Da piccola tra i tavolini

E L’Antonietta? «Fin da piccola tra i tavolini, io ero la mascotte. Un aneddoto: avevo il vizio di bere i fondi del bicchiere. Quando mi hanno scoperto mi hanno messo a lavarli. E sono pure diventata astemia». Ride e racconta l’evoluzione della clientela: «Le coppie da sempre si innamorano qui, dopo il Covid tantissimi giovani, anche adolescenti. Sono diventata la mamma di tutti, la loro confidente».

60 anni di storia

Da dieci anni il bar è locale storico, con i 50 anni. «Ora a luglio sono arrivati i 60 anni. Questo luogo è la mia casa, la mia vita. Pensare che volevo fare la neurochirurga, ma papà è morto giovane e io, invece di seguire la mia strada, ho seguito le orme dell’Enea». Con i suoi insegnamenti: «Mio padre ci ha insegnato a essere onesti, a lavorare seriamente e a essere noi stessi»

E fra sessant’anni? «Che qui non cambi mai, l’ anima del Belvedere deve restare così. E poi quello che non cambierà mai saranno i tramonti e i cieli stellati».

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