«Prima donna a coordinare la scorta del Giro d’Italia». E nel tempo libero Mirella Pontiggia va in bici

L’INTERVISTA. «La divisa fa parte del nostro dna, ci mette a contatto con la gente e la persona che si relaziona a noi ci vede un punto di salvezza». Mirella Pontiggia è la dirigente della sezione Polizia stradale di Bergamo e il 3 maggio parte per un mese: «Ho l’onore di comandare la scorta del 106esimo Giro d’Italia» annuncia.

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Già nel 2017, in occasione del Centenario del Giro d’Italia, aveva coordinato il contingente della Polizia stradale di scorta alla manifestazione ciclistica più importante d’Italia. Quest’anno il vicequestore Mirella Pontiggia, dal 2009 comandante provinciale della Polizia stradale, è stata richiamata a ricoprire lo stesso incarico: è l’unica donna che per due volte coordinerà la scorta ai ciclisti. Si tratta di qualcosa come 40 motociclisti e 10 autoveicoli che dovranno fiancheggiare i ciclisti impegnati nel giro e garantire loro una gara senza intoppi.

«Il nostro incarico sarà quello di garantire che il Giro si svolga senza intoppi, con i nostri motociclisti che affiancheranno per tutte le tappe i ciclisti. E stiamo parlando di oltre tremila chilometri, cui si aggiungono ulteriori duemila per gli spostamenti tra una tappa e l’altra». Di fatto Mirella Pontiggia, che dal 2009 partecipa tutti gli anni alla scorta, seguirà con i colleghi della Stradale – personale altamente qualificato proveniente da varie sezioni d’Italia – il «carrozzone» del Giro, che partirà dall’Abruzzo il 6 maggio con la crono individuale lungo la bellissima «Costa dei Trabucchi», per arrivare il 28 maggio, dopo 21 tappe in tutta Italia, a Roma, per un totale di 3.489,2 chilometri. Ogni tappa sarà un’emozione anche per Pontiggia, anche se l’attesa è soprattutto per una: «Il 21 maggio il Giro arriverà nella mia Bergamo, in occasione della Capitale della Cultura, e sarà sicuramente emozionante poter tornare, anche solo per una tappa, nella mia città, le cui bellezze potranno essere viste non solo in Italia, ma in tutto il mondo: sono infatti previsti due passaggi in Città Alta».

Originaria di Longuelo, è entrata giovane in Polizia, a 19 anni, al termine della quinta superiore. «Già in quarta ho iniziato a preparare il concorso; a casa c’era già mio fratello maggiore, con 9 anni più di me, nell’arma dei Carabinieri - racconta -. I miei genitori puntavano al posto fisso, in banca, poi hanno capito le mie intenzioni e la mia voglia di aiutare la comunità - e aggiunge -. Noi poliziotti della Stradale siamo un punto di riferimento per i viaggiatori in autostrada: dopo il Covid il flusso è tornato altissimo». Con un appello: «Attenzione ai furti in auto e ai borseggi: i viaggiatori sono convinti di aver chiuso la macchina ma i ladri usano disturbatori di frequenza ».

L’attività della Polizia stradale è ampia: prevenzione, repressione e polizia giudiziaria. «Ho un auspicio: smettere di parlare di incidenti stradali, perché l’incidente non dipende dal fato o dal destino avverso. Iniziamo a parlare di scontro stradale o violenza stradale: c’è sempre una responsabilità o corresponsabilità».

Nella vita privata Mirella Pontiggia è la mamma di due ragazzi, Gianluca e Matteo: «Sono una pessima cuoca ma i miei figli si sono abituati» sorride. Nel tempo libero? «La bici da corsa: è una passione di famiglia, sono associata a una squadra bergamasca, l’Unione ciclistica Bagnatica - racconta -. Non ho tanti chilometri perché ho poco tempo libero ma amo questo sport e il mio luogo del cuore per andare in bici resta la Val Taleggio». Con un progetto per quando andrà in pensione: «Girare in camper e viaggiare per l’Italia e l’Europa».

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