In Kenya cammelli al posto delle mucche nella lotta alla siccità

(ANSA) - SAMBURU, 31 OTT - "Dio, Dio, Dio, proteggili", invocano due pastori mentre una dozzina di cammelli corre verso gli alberi di acacia, ignari del letto asciutto del fiume nel nord del Kenya, dove non piove da aprile. I cammelli, capaci di resistere oltre una settimana senza acqua, nutrirsi di erba secca e produrre fino a sei volte più latte delle mucche, si stanno rivelando un'alternativa indispensabile nel nord del Kenya, una delle aree più colpite dai cambiamenti climatici.

Seduto accanto a un pozzo, Chapan Lolpusike racconta come le sue mucche e i suoi buoi siano tutti morti a causa della peggiore siccità degli ultimi quarant'anni, provocata dalla scarsità di piogge tra il 2021 e il 2022.

"Non abbiamo più bovini. Ora alleviamo solo cammelli", spiega Lolpusike, membro della comunità semi-nomade Samburu.

Le autorità della contea di Samburu hanno avviato nel 2015 un programma di allevamento di cammelli, dopo che diverse ondate di siccità avevano ucciso almeno il 70% del bestiame nelle regioni aride e semi-aride del Paese, aggravando i livelli di malnutrizione tra i pastori locali.

Da allora sono stati distribuiti circa 5.000 cammelli somali - una razza più grande e produttiva rispetto a quella autoctona - di cui 1.000 solo nell'ultimo anno.

Sebbene le mandrie di cammelli siano vulnerabili alle malattie, i benefici sono già visibili: bambini più sani e comunità più stabili, sottolinea l'amministratore di un villaggio, James Lolpusike. I cammelli sono molto apprezzati anche perché possono essere munti fino a cinque volte al giorno.

(ANSA).

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