Addio a Sergio Serantoni. «Credeva nei valori umani»

Esponente storico del Pci bergamasco, negli ultimi anni impegnato nell’oratorio di San Paolo. Aveva 73 anni.

Mancherà Sergio Serantoni, il «comunista» cresciuto e impegnato all’oratorio. «La sua militanza, nata nel Pci, non era in contrapposizione con il volontariato in parrocchia, perché Sergio ha sempre creduto nei valori umani - l’amicizia, il rispetto, lo sport, l’intercultura - che sono comuni a ogni uomo», lo ricorda monsignor Alessandro Locatelli, che sabato 25 settembre, nella chiesa di San Paolo in città, alle 9,30 celebrerà i funerali dell’amico.

Sergio Serantoni, cresciuto all’oratorio di Borgo Santa Caterina, con don Romeo Todeschini come figura di riferimento, da quando si era trasferito nel quartiere, sette anni fa, era diventato il direttore sportivo delle squadre di calcio. «Legatissimo alla Polisportiva e ai ragazzi, nel segno dell’apertura aveva coinvolto nelle squadre anche i giovani della Ruah. Ogni lunedì faceva un paziente resoconto via mail di tutte le partite», ricorda il prevosto.

Buon sangue non mente, perché Sergio era il fratello minore di Ildo (firma de L’Eco di Bergamo) e Vittorio. Se n’è andato nella notte di mercoledì, a 73 anni, per una malattia che lo tormentava dalla primavera. A Bergamo è stato un esponente storico (e irriducibile) della sinistra: «Attraversandone tutta la galassia, bastava ci fossero falce e martello», ricordano i compagni. Dopo il diploma di Ragioneria, aveva iniziato a lavorare all’Italcementi, entrando nel sindacato. Da lì al partito il passo è stato breve, per anni funzionario del Pci, eletto consigliere d’opposizione a Palafrizzoni per due mandati (dal 1970 al 1980, sempre con sindaco Pezzotta). La prima volta entrò in Comune a 22 anni, tra i consiglieri più giovani. Tanti l’hanno salutato giovedì alla camera ardente alla Palazzolo (aperta anche venerdì 24 settembre, dalle 8 alle 18). Lui sorride nella foto, con la bandiera rossa.

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