Addio al tipografo Luigi Turani, per 15 anni a L’Eco di Bergamo

IL LUTTO. Una vita in tipografia, poi nonno a tempo pieno: «Sincero e autentico»

I giornali «sono stati la sua vita, era il suo mondo», ci racconta commossa Gabriella, moglie di Luigi Turani, per oltre 15 anni colonna portante della tipografia de L’Eco di Bergamo, mancato improvvisamente all’età di 80 anni a causa di un’emorragia cerebrale, lasciando nel dolore la moglie, i due figli Pier e Francesca e i tre nipotini con cui aveva un legame speciale. Abitava a Torre Boldone.

L’amore per la tipografia

Una vita in tipografia: «Aveva iniziato da ragazzo - ricorda la moglie - per poi passare dal Giornale di Bergamo, fino alla sua chiusura, dalla Cooperativa di Bresciaoggi e quindi arrivare a L’Eco di Bergamo, dov’è rimasto fino alla pensione». Prima che la digitalizzazione prendesse il sopravvento: «Ecco, ha amato tantissimo il suo lavoro finché si utilizzava il piombo, che ha rimpianto quando sono iniziate le trasformazioni tecnologiche. Preferiva di gran lunga i metodi più tradizionali».

Nonno a tempo pieno

Con il nerazzurro nel cuore: «È vero - continua la moglie - seguiva anche l’Inter, ma ha sempre preferito l’Atalanta». E Carlo Suardi, per anni collega nella tipografia de L’Eco di Bergamo, lo ricorda molto bene: «Aveva una grande passione per il calcio, ci stuzzicavamo a vicenda proprio su questo argomento. Per noi più giovani era il “vecchio tipografo”, con il suo camice d’ordinanza e le forbici in tasca». La pensione non aveva certo interrotto il suo rapporto con i giornali: «Una vocazione», prosegue la moglie. «In televisione non si perdeva mai la rassegna stampa e non mancava di sottolineare errori o sbavature. Soprattutto quando notava qualcosa fuori posto tra le pagine de L’Eco. Mi diceva: “Guarda cosa hanno combinato!”», ricorda col sorriso. «Un uomo scherzoso e divertente, alla mano, ma anche serio e riservato. Era sempre sincero, a volte anche troppo, perché era una persona coerente, autentica». Dopo la pensione ha fatto il nonno «a tempo pieno: perché i nostri due figli e i rispettivi coniugi lavorano. I nipotini lo hanno sempre adorato, gli erano molto affezionati. Anche a loro ha trasmesso la passione per il calcio e per l’Atalanta». La moglie ci tiene inoltre a ringraziare medici e infermieri che lo hanno assistito: «Sono stati favolosi, hanno fatto tutto il possibile». Ai familiari le condoglianze e la vicinanza di tutta la redazione de L’Eco di Bergamo.

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